Bordighera, locali sotto rotonda di Sant’Ampelio. Amarea: «Ad oggi non abbiamo ancora avuto accesso»
«Abbiamo voluto sapere se fosse stato risolto il problema evidenziato in collaudo del gennaio 2020 di infiltrazioni di acqua: risposta “NO”»
Bordighera. «Dispiaciuti e turbati da quanto è stato riferito ieri sera durante il Consiglio comunale ci troviamo costretti a tutelare la dignità della Nostra Società ed a chiarire alcuni passaggi che incomprensibilmente sono stati “dimenticati”, facendoci peraltro passare come inadempienti e contrari a fare i lavori di rifinitura dei locali, cosa non vera visto che, nonostante le nostre richieste scritte, in oggi non abbiamo ancora avuto l’accesso ai locali per valutare le lavorazioni necessarie». Lo dichiarano Amarea Stabilimento Balneare e Romolo Amarea Ristorante in risposta alla discussione avvenuta ieri sera nella seduta del consiglio comunale di Bordighera relativa all’interpellanza presentata dal gruppo di minoranza “Semplicemente Bordighera” sui locali sottostanti la rotonda di Sant’Ampelio. Locali che avrebbero dovuto ospitare, a partire dal 1 gennaio, il ristorante Amarea.
«E’ noto che i lavori della rotonda, che dovevano durare 8 mesi (gg. 240), si sono in realtà protratti per quattro anni ed hanno condotto per quanto è possibile vedere ad un risultato diverso da quello previsto quando sono stati sottoscritti gli accordi tra noi ed il Comune (per esempio, la previsione era un locale a piano spiaggia ed invece il pavimento è ben più basso dell’arenile antistante) – spiegano – Ma del resto queste sono cose note, visto che le criticità sono state da noi già evidenziate, in ultimo alla riunione in data 1 giugno 2020, convocata urgentemente dal Comune, per discutere sull’ultimazione dei lavori della Rotonda.
Di fronte alle nostre perplessità il legale del Comune chiese di aggiornare la riunione di due settimane per valutare meglio l’argomento. Siamo arrivati a settembre senza più sapere nulla e senza ricevere ancora nessuna risposta. Allora il giorno 7 settembre 2020 abbiamo sollecitato per iscritto sia il Comune che il suo avvocato. Non solo la riunione non è stata fatta, ma non si sono neanche degnati di risponderci».
E ancora. «In ogni caso quando il Comune il 16 dicembre 2020 ci ha invitati a prendere in consegna i locali, in quanto ritenuti “FINITI”, noi abbiamo semplicemente chiesto di poterli almeno vedere dentro. Dopo una sommaria visione abbiamo voluto sapere se fosse stato risolto il problema evidenziato in collaudo del gennaio 2020 di infiltrazioni di acqua: risposta “NO” (anzi due giorni fa l’Assessore competente ha dichiarato sui giornali che i lavori non sono ancora terminati oggi). Abbiamo chiesto se fossero stati risolti i problemi della scala di accesso dalla rotonda al piano del ristorante (ingresso principale del locale) – visto che era ancora transennata: risposta “NO”. Abbiamo chiesto che venisse verificata l’adeguatezza sia della rampa di accesso che del bagno interno alla normativa per l’abbattimento barriere architettoniche e ci hanno detto che non si prevedevano interventi, perché il collaudo aveva dichiarato che “va tutto bene”. Eppure i dubbi restano… e la rampa dovrebbe consentire a tutti di godere di Capo Sant’Ampelio anche dal livello spiaggia… Locali ritenuti terminati… peccato che l’impianto idraulico e l’impianto fognario siano stati collegati solo tre settimane fa!».
«Ora a fine gennaio il Comune – pur senza aver risposto a tutti i nostri dubbi – ci chiedeva tra le altre cose di chiarire quali finiture ritenevamo di fare e di quantificarne i costi. Il 10 febbraio – con nota PEC dei nostri legali – è stato chiesto di poter accedere con i tecnici ed i fornitori per poter riscontrare l’input dell’Ente. Ad oggi attendiamo ancora una risposta…
Ora ci chiediamo: siamo noi gli inadempienti o chi omette reiteratamente di rispondere? Come si può chiederci di formulare un elenco dei lavori, una indicazione dei prezzi e dei tempi di lavorazione senza consentirci di esaminare i locali?
Forse sarebbe meglio che i “politici” invece di “starne fuori” si prendessero le loro responsabilità e partecipassero alle riunioni, ed anche che leggessero meglio le comunicazioni a Loro indirizzate».
«Se “chiedere è lecito e rispondere è cortesia” – concludono – Non pretendiamo la cortesia, ma almeno che i fatti vengano riportati correttamente».