A Sanremo i bimbi contro la Dad: «Vogliamo tornare a scuola»
Dotati di cartelli, sono scesi in piazza insieme ai propri genitori per manifestare e far sentire la propria voce
Sanremo. Al grido di “la scuola non sia sempre e solo la prima nel chiudere, ma finalmente priorità“, questa mattina una cinquantina di genitori sanremesi con figli al seguito dotati di cartelli sono scesi in piazza per manifestare è chiedere più attenzione al mondo scolastico, troppo spesso bistrattato dall’inizio della pandemia
«Stiamo manifestando per mettere attenzione sulla chiusura delle scuole che riteniamo ingiusta in questo momento – dichiara Micol Tosello, rappresentante del gruppo di genitori e insegnanti – . Abbiamo accettato la chiusura della scora settimana voluta dal nostro governatore, ma adesso ci sembra assurdo che i nostri figli non possano più rientrare a scuola. Ci è stato detto che rientreranno il 14, ma questo non è sicuro, soprattutto visto l’ultimo decreto che dà pieni poteri ai governatori di decidere sull’apertura e sulla chiusura delle scuole in qualsiasi zona di colore, che sia giallo, arancione o rosso, non lo troviamo giusto».
Rientrare a scuola in sicurezza facendo screening sulla popolazione scolastica e vaccinando gli insegnanti, questa la richiesta dei genitori: «Crediamo che dato l’aumento dei disagi sia psicologici, economici e tutto quello che comporta il non andare a scuola, la socialità, stia rovinando un’intera generazione – prosegue Nicole Tosello – .Sono aumentati i casi di suicidi tra gli adolescenti, episodi di autolesionismo, la casistica sta iniziando ad essere studiata solo ora».
Altro elemento per cui i genitori sono scesi in piazza è la questione dei congedi parentali straordinari relativi alla pandemia: «Sono congelati dalla fine del 2020, quindi in questo momento tanti mamme e papà sono a casa usando o le ferie o addirittura hanno dovuto rinunciare a lavorare e, come al solito, chi ci rimette sono soprattutto le mamme. Vogliamo fare tutto nel rispetto delle regole, ma vogliamo far sentire la nostra voce».