Ventimiglia, frontiere presidiate: code chilometriche per l’ingresso in Francia

3 febbraio 2021 | 09:10
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Ventimiglia, frontiere presidiate: code chilometriche per l’ingresso in Francia
Ventimiglia, frontiere presidiate: code chilometriche per l’ingresso in Francia
Ventimiglia, frontiere presidiate: code chilometriche per l’ingresso in Francia

Gendarmi anche sui treni, coda in uscita autostrada a Monaco

Ventimiglia. Dopo solo un giorno di respiro, tornano i problemi per chi quotidianamente si reca in Francia per lavoro. L’incubo è scattato quando ancora faceva buio, intorno alle 5 del mattino, con i frontalieri bloccati in coda per svariate decine di minuti, ai valichi di frontiera. Il motivo? I serrati controlli dei gendarmi, che fermano – come già accaduto lunedì scorso con lo scattare delle nuove norme anti Covid-19 – ogni veicolo che entra in Francia. Ad automobilisti e scooteristi vengono richiesti documenti di identità e attestazione del motivo per cui oltrepassano il confine.

I controlli sono sistematici anche sui treni: molti stamani hanno infatti accusato ritardi notevoli. Il tutto, sempre a discapito dei lavoratori. Stessa situazione all’uscita autostradale a Monaco. Insomma, per chi lavora non ci sono “vie di fuga” possibili.

«Di nuovo code in frontiera – dichiara Roberto Parodi, segretario del Fai Frontalieri Intemelii – Non è possibile che la gendarmeria un giorno interpreti la legge in un modo e il giorno dopo in un altro». Eppure la norma parla chiaro: per l’ingresso in Francia serve un tampone con esito negativo eseguito nelle 72 ore precedenti, uniche eccezioni: i lavoratori frontalieri e chi risiede in un raggio di 30 chilometri dalla frontiera. Ovviamente, per dimostrarlo, bisogna mostrare i documenti ma soltanto ieri si era parlato di controlli a campione e non a tappeto, anche perché in Europa c’è un accordo da rispettare: quello dello spazio Schengen che ha eliminato le frontiere per consentire la libera circolazione. Una accordo che, almeno in teoria, non può essere stravolto in maniera unilaterale.

«Questa mattina di nuovo caos a Ponte San Luigi – tuona Parodi – Controlli a tappeto e non a campione, con richiesta della attestazioni di lavoro. Mi sono fermato a parlare con i gendarmi e sostenevano che non è sufficiente la carta d’identità ma necessitava un’attestazione. Al che ho fatto presente che la legge parla della possibilità di passare a chi risiede in un raggio di 30 km. Mi facevano presente che senza un motivo valido e certificato non si passa. Ho insistito un po’, poi ho dovuto lasciare la discussione perché a loro dire avevano ragione. Ora serve un chiarimento: questa situazione non può andare avanti a interpretazioni arbitrarie. Oggi mi muoverò in tutte le sedi istituzionali perché si metta fine a questo caos».