Sanremo, i sindacati si scagliano contro l’assessore Pireri: «A Casa Serena mancavano anche i protocolli»
«All’assessore chiediamo, semmai trovasse un attimo del proprio tempo per rendersi disponibile per un confronto, di riprendere in mano le nostre lettere, vi troverà sopra i nostri riferimenti»
Sanremo. Mancanza di protocolli, operatori in agitazione, situazione organizzativa a dir poco complicata e assenza di controlli. Sono un fiume in piena le sigle sindacali che unite si scagliano contro l’assessore ai Servizi Sociali e vicesindaco del Comune Costanza Pireri, a proposito della gestione pre cluster di Covid-19 della residenza protetta per anziani Casa Serena.
«Vogliamo come CGIL FP CISL FISASCAT e UILFPL, fare pubblicamente alcune riflessioni rispetto a quanto dichiarato dalla Vice Sindaco con delega all’assessorato ai Servizi Sociali di Sanremo, signora Costanza Pireri, in rispetto alla drammatica vicenda di Casa Serena.
Le nostre Organizzazioni Sindacali, non hanno fino ad oggi, voluto uscire con proclami pubblici su questa delicata situazione, che ha visto ammalarsi e andar via tanti degli anziani Ospiti di quella struttura denominata RSA e Residenza Protetta Casa Serena, ma gli ultimi interventi fatti da chi rappresenta il Comune di Sanremo ci hanno dato spunto per fare le nostre valutazioni sull’argomento.
Vorremmo intanto, attirare l’attenzione dell’Assessore ai servizi sociali, proprio sulla classificazione e definizione di Residenza Protetta, che dovrebbe far pensare ad un luogo dove si ci possa sentire protetti e salvaguardati, per tale motivo non ci sono piaciute tutte quelle dichiarazioni pubbliche dove ripetutamente, si rimarcava il fatto che gli anziani che erano venuti a mancare ,fossero stati tutti o troppo vecchi o troppo malati, noi crediamo che il diritto alla vita debba essere considerato sempre e nonostante l’età e le patologie, per questo non condivideremo mai l’atteggiamento di chi fa intendere con le proprie dichiarazioni “ci dispiace ma aveva novant’anni o era affetto da diabete”;Siamo convinti che le persone sufficientemente autonome di solito, restano presso la loro casa e vicino ai propri famigliari, ma riteniamo che chi vive in una residenza, è a prescindere un individuo e abbia il diritto di essere considerato in modo dignitoso.
Ci permetta l’Assessore di dissentire quando asserisce che l’attenzione su quella struttura è stata costante, siamo sicuri che i controlli congiunti fatti negli ultimi periodi tra chi rappresentava il Comune e l’Asl, abbiano dato risultati positivi sulle procedure adottate, ma vogliamo ricordare che le OO.SS CGIL FP CISL FISASCAT e UIL FPL, hanno fatto arrivare alla Cooperativa KCS decine di segnalazione sulle continue carenze organizzative, e sulla mancanza di un accordo sui protocolli da mettere in atto in questo particolare momento ,cosa tra l’altro dovuta per DPCM sulla pandemia covid, a tal proposito ci chiedevamo se l’Ente che avrebbe dovuto controllare, si sia accorto di tale mancanza?!
Forse, se l’assessore ai servizi sociali, avesse ritenuto opportuno ascoltare le OO.SS a seguito delle due richieste d’incontro rimaste inevase, si sarebbero potute individuare, semmai ce ne fossero state, le carenze o le mancanze.
Per concludere vogliamo fare i nostri ringraziamenti a tutti gli operatori per come hanno professionalmente e seriamente svolto il loro compito, tanti di loro si sono ammalati insieme a coloro che stavano assistendo; A tal proposito, ci è sembrata poco opportuna la ricerca da parte dell’assessore su chi si sia preso per primo il virus se ospiti o lavoratori, nessuno di noi è in genere propenso ad ammalarsi prima degli altri, ma le cose purtroppo non vanno sempre come vorremmo; La descrizione dettagliata dell’operatrice che, per prima è stata riscontrata positiva, addirittura con dovizia di particolari sull’attività prevalentemente svolta dalla stessa e sul come abbia iniziato a stare male, ci è veramente sembrata di cattivo gusto e forse anche molto sul filo del rasoio sulla tutela della privacy dei lavoratori. Ora però vogliamo ritornare nel nostro rispettoso silenzio sopratutto nel ricordo degli anziani che non ci sono più e delle loro famiglie.
All’Assessore chiediamo, semmai trovasse un attimo del proprio tempo per rendersi disponibile per un confronto, di riprendere in mano le nostre lettere, vi troverà sopra i nostri riferimenti».