Con “Delitto al Festival di Sanremo”, la kermesse canora si tinge di giallo

17 febbraio 2021 | 14:30
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L’ultimo romanzo di Achille Maccapani è già un successo di vendite

Sanremo. «Sono le cinque di una domenica mattina. Il vicequestore di Sanremo Francesco Orengo è nel suo alloggio di servizio, in pieno riposo dopo un’intensa giornata lavorativa. Di colpo viene svegliato dal suo primo collaboratore, l’ispettore capo Dario Canevari: hanno trovato un cadavere nella toilette del Teatro Ariston». A pochi giorni dalla 71esima edizione del Festival di Sanremo, in onda su Rai1 dal 2 al 6 marzo prossimi, Riviera24 ha invitato “virtualmente” nel suo studio Achille Maccapani, autore del giallo “Delitto al Festival di Sanremo – La prima indagine del commissario Francesco Orengo“, edito dai Fratelli Frilli.

Scrittore prolifico, Maccapani ha già dato alle stampe il ciclo delle indagini dell’ufficiale dei carabinieri Roberto Martielli e del magistrato Viviana Croce, ambientati sempre nel Ponente ligure. Lo scorso anno, però, proprio mentre guardava la serata finale del Festival di Sanremo condotto dalla coppia Amadeus – Fiorello, Maccapani si è chiesto: «Non è forse possibile che con tutto il pubblico coinvolto e quant’altro, una persona si sia alzata, sia andata in toilette e improvvisamente sia stata fatta fuori?». E’ così, svela l’autore, che è nata l’idea di ambientare il delitto in un bagno dell’Ariston nella serata finale di Sanremo. Un’idea che piace, visto che il libro è già record di vendite e ha ricevuto l’attenzione di media locali e nazionali. Un successo, che forse nemmeno lo stesso Maccapani si aspettava.

Ma Sanremo non è l’unica località del Ponente che compare nelle duecento pagine del libro. Alle indagini del commissario Orengo, si affianca la sua vicenda personale che lo lega a Castel Vittorio: borgo dell’alta val Nervia dove ritrova se stesso scoprendo l’amore per la giovane e bellissima Martina Rebaudo. Il delitto, poi, porterà il lettore molto lontano dalla Città della Musica, in una corsa contro il tempo per assicurare il killer alla giustizia e, al contempo, salvare il commissario dal suo stesso passato.