Ventimiglia, derubano il vice sindaco di Olivetta San Michele Troccoli: la polizia individua il responsabile

31 gennaio 2021 | 11:49
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Ventimiglia, derubano il vice sindaco di Olivetta San Michele Troccoli: la polizia individua il responsabile

Confesercenti lancia l’allarme: «Disagio per emergenza umanitaria. C’è un problema, deve essere risolto»

Ventimiglia. «Qualche giorno fa nella città di Ventimiglia è avvenuto l’ennesimo atto di violenza urbana. Un furto nell’auto del nostro associato Felice Troccoli, vice sindaco di Olivetta San Michele e gestore da pochi giorni di una area di servizio carburanti Eni a Roverino, affianco al Centro Commerciale. Alla chiusura dell’attività, un intruso ha sottratto dall’auto parcheggiata davanti all’attività, il cellulare ed oggetti personali del Troccoli. A fronte di un atto preoccupante vi è stato un intervento tempestivo e “ magnifico “ delle forze dell’ordine che in pochissimo tempo hanno individuato il responsabile e restituito gli oggetti sottratti al proprietario» – fa sapere Confesercenti.

«Un ringraziamento particolare agli agenti della Polizia di Stato – aggiunge Troccoli per la loro professionalità, qualità che mi ha particolarmente rincuorato e rasserenato, conservando la fiducia che riscontro ogni giorno nella mia attività verso gli operatori della sicurezza, impegnati in mille problematiche».

Per la Confesercenti resta però la preoccupazione per il clima che si vive in città, non sereno e non tranquillo: «La massiccia e continua presenza di tutte le forze dell’ordine, garantisce la sicurezza, ma i gruppi di persone disagiate, disperate, senza cibo e senza un tetto, che vivono abbandonati in città, ci crea disagio e un senso di profonda vergogna per le nostre coscienze, vivendo in un paese democratico, da sempre accogliente.

Tentare di tenere sotto tono, quasi a nascondere l’esistenza di un’emergenza umana, ha provocato solo danni. Confesercenti chiede risposte dalle istituzioni, concrete e reali, senza troppa demagogia e balletti politici. C’è un problema, deve essere risolto. Non possiamo convivere con un’emergenza umanitaria sotto le nostre case e affianco alle nostre attività. Prima di tutto le persone. Basta accampamenti di fortuna, con disperati, abbandonati e senza cibo».