Consiglio di Stato su Baia Verde, il porto di Ospedaletti è un ammasso di scogli ma il Comune può intervenire

25 gennaio 2021 | 19:14
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Consiglio di Stato su Baia Verde, il porto di Ospedaletti è un ammasso di scogli ma il Comune può intervenire

Pubblicata l’attesa sentenza sull’incameramento dei beni lasciati dal fallimento Fin.Im.

Ospedaletti. Che cosa rimane dell’incompiuto porto di Baia Verde? Per il Consiglio di Stato, in buona sostanza, ne rimane un ammasso di scogli che allo Stato, o meglio al Demanio e quindi al Comune, spetterà fare in modo che si trasformino nel tanto agognato approdo turistico.

Difficile scendere nel dettaglio del pronunciamento pubblicato venerdì scorso dalla quarta sezione del massimo organo della giustizia amministrativa. Una sentenza tanto attesa quanto complicata da interpretare. Ma stando ai primi commenti dagli avvocati che hanno condotto le rispettive vertenze per conto delle parti pubbliche e private, sembrerebbe poter rappresentare un punto di svolta favorevole a tutti. Infatti, i giudici si sarebbero pronunciati per il passaggio della titolarità delle opere realizzate dalla Fin.Im. (prima che fallisse), in capo al Demanio ma a una condizione imprescindibile. Ovvero che le opere vengano collaudate e ritenute di pubblica utilità. Infatti, ora come ora, banchine, moli e dighe non sarebbero inquadrabili come tali, ma come fossero un ammasso di scogli, strutture ormai diventate parte del paesaggio naturale. Motivo per cui lo stesso Demanio, pur essendone divenuto “titolare per legge” al momento della decadenza della concessione demaniale in capo a Fin.Im., non può acquisirli ancora nel proprio patrimonio, perché formalmente quanto realizzato non è mai stato collaudato.

In punto di diritto, il Consiglio di Stato parla di effetto devolutivo dei beni oggetto del contenzioso, dicendo che «Ai sensi dell’art. 49 del codice della Navigazione. le opere non amovibili realizzate dal concessionario su area rientrante nel demanio restano acquisite dello Stato alla cessazione della concessione, con la conseguenza che l’atto di incameramento (redazione testimoniale e del verbale di contestazione) delle opere valutate come inamovibili assume carattere puramente ricognitivo… Nel caso di specie, in concreto si è verificato l’annullamento con una sentenza del Consiglio di Stato del titolo concessorio e tutti i titoli (compresi quelli edilizi) rilasciati a valle per la realizzazione dell’intervento».

E poi spiega che secondo quanto stabilito da apposita commissione istituita ai sensi del codice della Navigazione: «non è conveniente o utile per lo Stato acquisire opere non ultimate, non collaudate, in stato di degrado, prive dei titoli edilizi annullati in via derivata in uno con l’annullamento in via principale della concessione demaniale». Su questo aspetto il Consiglio di Stato da ragione agli enti ricorrenti, bocciando il ricorso presentato da Fin.Im. che puntava a scaricare tutto sulle spalle del pubblico.

Ricapitolando: le opere fatte da Fin.Im., in seguito alla clamorosa pronuncia del 2013 con cui venivano annullate tutte le autorizzazioni perché fortemente viziate, non sarebbero più nell’assoluta titolarità del fallimento, essendo decaduta la concessione. Ma lo Stato non può ancora incamerarli nel proprio patrimonio perché trattasi di manufatti privi di collaudo, potenzialmente rischiosi per la comunità.

Cosa può accadere ora. Il Consiglio di Stato afferma che è compito della Regione Liguria e del Comune di Ospedaletti decidere con piena discrezionalità se l’incompiuta deve essere demolita o salvaguardata. Una decisione che in realtà le amministrazioni che si sono succedute fino a quella in carica hanno già preso, confermando l’intenzione di procedere con un progetto di finanza di iniziativa pubblica, al fine di concludere quanto ipotizzato ormai più di 20 anni fa e rivisto alla luce delle ultime modifiche urbanistiche che hanno fortemente ridimensionato il progetto iniziale.

Il Comune ora si deve attivare con tutte le sue forze per far ripartire un iter amministrativo che porti il futuro investitore privato ad acquisire le aree in concessione, impegnandosi non soltanto a finire i lavori ma a mettere in sicurezza quanto già costruito. E a proposito della sicurezza: il Consiglio di Stato chiarisce anche che attualmente garantirla rimane compito dell’ex concessionario, scaricando da responsabilità il Comune.

Nel pomeriggio di oggi in municipio si è tenuto un vertice tra i legali dell’amministrazione e il sindaco Cimiotti. Domani dovrebbe essere rilasciato un commento ufficiale ma sarà lo studio attento delle prossime settimane sulle possibili implicazioni di questa sentenza a chiarire se e quanto essa rappresenti un vero punto di svolta per la città delle rose. Diversamente, è ancora tutto da scrivere il capitolo causa risarcitoria che il fallimento Fin.Im. ha in piedi contro tutti gli enti pubblici che presero parte al procedimento approvativo dichiarato clamorosamente illegittimo. Un capitolo che vale decine e decine di milioni di euro ma che, volendo vedere il bicchiere mezzo pieno e non mezzo vuoto, non dovrebbe più rappresentare un ostacolo invalicabile per i cittadini di Ospedaletti che questa situazione scandalosa la subiscono da tanto, troppo tempo.