Sanremo 2021, Mulè (Fi): «Non sarebbe un Festival ma un requiem»
«Incaponirsi o addirittura minacciare invece come continuano a fare dalle parti della Rai su un Festival che sarebbe da reclusi e perderebbe totalmente il suo significato fa solo il male sia della kermesse che di Sanremo»
Sanremo. «Sul Festival di Sanremo occorre dire parole chiare. Come quelle utilizzate dal maestro Riccardo Muti che ha bollato come “abominevole” l’idea di usare i figuranti pagati come pubblico per l’Ariston. O come le parole di Al Bano che sposa la mia idea di rinviare il Festival perché “farlo così significherebbe non santificarlo: come una messa in Vaticano senza i fedeli… sarebbe sterile”.
E come il maestro Muti e Al Bano decine, centinaia di artisti stanno giustamente chiedendo da una parte che la legge sia uguale per tutti, dall’altra che si possa svolgere il Festival non privandolo proprio di Sanremo e dunque della città e del territorio che l’accoglie. Incaponirsi o addirittura minacciare invece come continuano a fare dalle parti della Rai su un Festival che sarebbe da reclusi e perderebbe totalmente il suo significato fa solo il male sia del Festival che di Sanremo. Perché è evidente che nella formula immaginata non sarebbe un Festival ma un requiem di Sanremo». Così dice in una nota Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia eletto a Sanremo, e capogruppo azzurro in Commissione di Vigilanza Rai.