Imperia, torna “Autori in Salotto”: primo appuntamento con Daniele La Corte

Le presentazioni con gli autori in tempi di Covid
Imperia. Torna l’appuntamento con le dirette serali con gli Autori direttamente dal salotto della libraia. Si può partecipare comodamente dal proprio salotto.
«Le storie devono essere lette e raccontate e se non possiamo incontrarci in libreria andiamo direttamente nelle case dei lettori, nei loro salotti! Le storie e i libri ci salveranno, ne siamo certi» – dice la libraia Nadia.
Il 13 gennaio Daniele La Corte presenta “Il ritorno di Pricò. Un’altra resistenza”, Fusta Edizioni. Daniele La Corte scava nel passato e da cacciatore di storie libera dall’oblio personaggi che hanno dato la vita in nome della Resistenza ai nazifascisti. Interroga ancora il processo resistenziale, e lo fa a partire dalla retrospettiva sugli anni Sessanta, cogliendo anche sfumature dei destini di due Paesi come l’Italia e l’Argentina.
Italia, anni Settanta: Pricò Rutelli è un giornalista di professione. La redazione è la sua casa, la sua vita. Il giornale è qualcosa di cui non può fare a meno. Grande passione, voglia di trovare notizie, di scoprire storie per raccontarle in modo diverso. La notizia prima di tutto, in una concatenazione di eventi che gli aprono la strada a verità nascoste. Pricò è un cacciatore di storie che in qualche modo lo legano al suo passato.
È nato in Italia ma parte dell’infanzia e l’adolescenza l’ha vissuta in Argentina. è migrante di ritorno nonostante le agiatezze d’Oltreoceano. Torna nel Paese natio alla ricerca di chi ha ammazzato suo padre, prima che lui nascesse.
Anni a interrogare la madre che non gli ha mai detto niente. Lo stacco traumatico dalla casa natia e il lungo viaggio verso l’Argentina come milioni di altri italiani che cercavano “Lamerica”, la terra promessa. E là tra le luci e le ombre di una Buenos Aires in continua crescita, si forma il carattere di Pricò al fianco di una madre iperprotettiva. La mamma lo vorrebbe avvocato, ma Pricò non vestirà mai la toga per seguire il sogno di sempre: il giornalismo. E a Buenos Aires trova una redazione che lo accoglie. Ma il pensiero costante è scoprire chi ha ucciso suo padre. Tornato in Italia Pricò continua nella professione di cacciatore di storie e stringe un rapporto di amicizia con Claudio Tempra, il suo nuovo capocronista.
In redazione per tutti è “l’Argentino”. Ed è nel giornale italiano che aiutato da Tempra e dal direttore si muove alla ricerca della verità. Gli affidano un’inchiesta su storie di Resistenza da pubblicare a puntate. è l’espediente che suggerisce all’”Argentino” il tentativo di scoprire la verità su suo padre.
Daniele La Corte interroga ancora il processo resistenziale, e stavolta lo fa a partire dalla retrospettiva sugli anni Settanta, cogliendo anche le sfumature dei destini di due Paesi come Italia e Argentina. Questa volta, la storia è spezzata, franta in tanti rivoli, in vicende che hanno un comune destino, quello della lotta per la Libertà. Alla fine, l’ ”Argentino” scoprirà la verità su suo padre? Quanto cercare la verità è diverso dal trovarla? I bambini ci guardano, sembra dirci La Corte, ricordando il celebre film diretto da Vittorio De Sica e il romanzo di Cesare Giulio Viola: i bambini ci guardano, e corrono con noi la Storia.
Daniele La Corte, giornalista e scrittore, nato nel 1949 ad Alassio (Sv), ha legato la sua prestigiosa firma ai principali quotidiani nazionali, tra i quali ricordiamo almeno “la Repubblica”, il “Corriere della Sera”, “Avvenire” e su tutti “Il Secolo XIX”. Insignito per due volte (nel 1983 e nel 1985) del riconoscimento di Cronista dell’anno, in data 20 febbraio 2002 l’allora ministro della Cultura del governo francese, Cathérine Tasca, gli ha conferito l’onorificenza di Chevalier de l’Ordre des Art et des Lettres. È oggi componente del Comitato scientifico dell’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Imperia. Tra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo: La casa di Geppe e Il coraggio di Cion. La vera storia del partigiano Silvio Bonfante.
Mercoledì 20 gennaio alle 21 in diretta Facebook Claudia Venuti presenta “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio”, Sperling & Kupfer. Il nuovo romanzo di un’autrice amata da celebrities e lettori per la sua capacità di raccontare sentimenti e relazioni con realismo e sincerità. Claudia Venuti, già autrice della serie #IPassidi Mia, racconta di una donna alle prese con la propria indipendenza e con le svolte della vita.
La trama
Quante cose possiamo vivere per la prima volta? Nina, trentaseienne indipendente e solitaria, non ne vive molte, soprattutto una: innamorarsi. Maniaca del controllo com’è, pensa di poter gestire qualunque cosa, compresi i sentimenti. E se tutti vogliono qualcuno da amare, che sia anche solo un animale da accudire o una pianta da curare, lei al contrario crede fermamente di non aver bisogno di niente e di nessuno. Ma si può davvero essere felici così?
Dopo aver fatto ripetutamente i conti con l’abbandono, con gli errori e le scelte degli altri, abituata a essere l’unica a stabilire le regole, Nina ha deciso che nella vita può contare solo su se stessa. Le uniche persone di cui si sia mai fidata sono la nonna e la sua migliore e unica amica, Bea, presenze costanti in un’esistenza fatta di doveri, in cui sono state più le cose che ha scelto di non vivere, che ha respinto.
Tuttavia, capita che quello che non succede per anni accada in una manciata di mesi: la vita ti coglie impreparata e ti mette davanti quello che vuole, senza pensare a ciò di cui avresti bisogno. E così, Nina comincia quel viaggio temuto e meraviglioso del guardarsi dentro. Questa volta, però, non più da sola, ma accompagnata per mano.
Claudia Venuti, di origini campane, vive da quando aveva quattordici anni a Rimini. È direttore editoriale della sezione musica della testata The Soundcheck e responsabile dell’area letteratura dell’ufficio stampa Sound Communication. Studia presso la Scuola Superiore Europea di Counseling professionale. Inguaribile romantica e sognatrice cronica, ama la musica, i viaggi senza meta, scovare nuovi talenti e sottolineare frasi nei libri. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli, la sua più grande passione è la scrittura. Dopo il successo della trilogia #PassiDiMia, Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio è il suo primo romanzo pubblicato da Sperling & Kupfer.
Mercoledì 27 gennaio alle 21 Luca Ammirati presenta “L’inizio di ogni cosa”, Sperling & Kupfer. Il nuovo romanzo di Luca Ammirati che, dopo l’apprezzato esordio di “Se i pesci guardassero le stelle”, conferma il suo talento narrativo. A fare da sfondo alla storia la magica cornice di Bussana Vecchia in Liguria, il borgo degli artisti.
La trama.
Tommaso credeva di avere dei punti fermi nella vita: il tranquillo lavoro come professore di liceo; una compagna su cui contare, Irene; i suoi romanzi preferiti, di cui ama trascrivere gli incipit sulla Moleskine arancione che porta sempre con sé. Finché una sera, a una festa, la sospetta confidenza tra Irene e un nuovo collega e il logorante litigio che ne segue fanno vacillare ogni sua certezza. Così, quando la mattina dopo lei parte per un viaggio di lavoro, Tommaso rimane da solo a Sanremo, in preda ai dubbi sul loro rapporto, su se stesso e la sua vita. I giorni lontano da Irene gli serviranno a capire che non può controllare la tempesta che ha dentro, per superarla deve passarci in mezzo. Prima l’imbattersi in una serie di quadri raffiguranti un misterioso volto femminile, poi l’incontro con una donna del suo passato: la vita sembra prendersi gioco di lui, ma lo conduce in un posto magico sulle colline sanremesi, Bussana Vecchia, un paese semidistrutto da un terremoto e ripopolato da una comunità di artisti. Quel luogo sulle colline, che è stato capace di andare oltre la fine, insegnerà a Tommaso che solo accettando il nostro passato possiamo camminare verso il futuro: come dopo un terremoto, quando qualcosa finisce, è lì che tutto comincia.
Luca Ammirati (Sanremo, 1983) è responsabile interno della sala stampa del Teatro Ariston, dove ogni anno si svolge il Festival della canzone italiana. Ha fatto il suo esordio nella narrativa con Se i pesci guardassero le stelle, tradotto e pubblicato anche in Germania e Austria, presentato in giro per l’Italia riscuotendo il consenso dei lettori e dei librai.