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Solidarietà a Imperia, la Brigata Girasole consegna pacchi di Natale agli indigenti

21 dicembre 2020 | 17:18
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Al teatro dell’Attrito di Porto Maurizio e alla Casa del Popolo di Oneglia

Imperia. «Durante il lockdown di questa primavera sono state circa 200 le famiglie che, settimanalmente, si sono rivolte alla rete di Imperia Solidale per ricevere un pacco alimentare. Oggi, a distanza di mesi dall’inizio della pandemia e a pochi giorni da Natale, le persone che ritireranno l’aiuto alimentare nei due empori della Brigata saranno circa un centinaio». E’ quanto dichiarano i volontari  della Brigata Girasole impegnati oggi a distribuire i pacchi presso il Teatro dell’Attrito di Porto Maurizio e la Casa del Popolo di Oneglia.

«Tale servizio è ancora possibile grazie all’impegno della Brigata Girasole, nata in seno ad Imperia Solidale e che riunisce realtà del territorio come La Talpa e l’Orologio, Garabombo l’Invisible, l’Arci, il Teatro dell’Attrito, la Casa del Popolo, accomunate dallo stesso impegno nel sociale e dagli stessi valori di antifascismo, condivisione, mutuo aiuto e solidarietà. Grazie al lavoro dei volontari impegnati nelle raccolte nei supermercati e alle donazioni di tante, tantissime persone, attività e ditte locali, ogni due settimane riusciamo a fare fronte alle richieste di sostegno, purtroppo in costante aumento, di coloro che a causa del Covid hanno visto aggravarsi o precipitare una situazione già precaria. Dalle realtà più disparate, sono arrivate offerte di ogni genere: dal cibo ai pannolini, dai prodotti per l’igiene personale ai vestiti, dai giocattoli alla cartoleria», sottolineano volontari e volontarie.

«Desideriamo in primo luogo ringraziare –proseguono –  quindi, tutti coloro che in questi mesi ci hanno aiutati a dimostrare che “fare rete” nella nostra città e provincia non è solo possibile, ma anche efficace ed importante, e hanno dimostrato adesione e vicinanza, con il loro contributo, al nostro modo di agire e alle battaglie che portiamo avanti. Per quanto ci sia parso del tutto naturale, data l’emergenza in corso, riconvertire i nostri spazi e le nostre attività per portare avanti iniziative solidali, non possiamo non accorgerci di come, pur essendo passato quasi un anno dall’inizio di questa drammatica situazione, le istituzione siano intervenute in modo insufficiente e caotico in molti frangenti, seguendo strade ben distanti da quelle della salute pubblica e del benessere collettivo. Per salvaguardare gli interessi e privilegi di pochi, si trascurano i bisogni delle categorie più fragili e le esigenze di chi già prima viveva in un precario equilibrio ed ora deve affrontare difficoltà enormi ed inedite».

«A risentire particolarmente per questa presa di posizione saranno, insieme alle fasce più deboli ed emarginate della società, proprio gli spazi sociali come quelli che che formano la Brigata Girasole. I teatri indipendenti, le botteghe equo solidali, i centri aggregativi e culturali, quelli ludico ricreativi e quelli di confronto, estranei alla logica del profitto, dopo essere stati messi nelle condizioni di non poter svolgere alcuna attività di finanziamento, sono stati tagliati fuori da qualsivoglia misura di sostegno economico importante. E in un paese come il nostro, in cui il mondo dell’associazionismo riveste un ruolo fondamentale di assistenza e supporto al cittadino (in una città come la nostra, in cui le occasioni di incontro, dibattito e cultura sono davvero rare) non intervenire con misure risolutive e chiare in questo senso è un atteggiamento non solo superficiale, ma deleterio e miope», affermano.

«Per fortunaconcludono –  Carlo Trucco, partigiano e amico scomparso nel 2018, il cui nome di battaglia, Girasole appunto,  è stato adottato dalla Brigata, ci ha insegnato a resistere. A resistere e lottare. Perciò noi continueremo nelle nostre attività di raccolta e redistribuzione di cibo e vestiario, nell’assistenza e nell’ospitalità ai migranti e agli ultimi, perchè riteniamo che sia quello che è giusto fare. Ma contemporaneamente non rinunceremo a portare avanti battaglie e rivendicazioni per ricordare che quello attuale non è l’unico mondo possibile, che un cambiamento sostanziale nel nostro modo di pensare e consumare è oggi più che mai urgente e necessario; che le cose non devono tornare come prima, perché “prima” era il problema; che i soldi per vivere tutti dignitosamente ci sono, ma nelle tasche di pochi, che la povertà non è una malattia, ma responsabilità di un sistema malato e sbagliato».