Recovery, Campomenosi (Lega): «Porti e spiagge, no a ricatti da Bruxelles»

9 dicembre 2020 | 16:18
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Recovery, Campomenosi (Lega): «Porti e spiagge, no a ricatti da Bruxelles»

«Assistiamo ad una prepotenza istituzionale resa possibile dall’atteggiamento di immobilità e sottomissione di un Governo incapace»

Genova. «Come riportato da alcuni organi di stampa, la Commissione Europea sarebbe pronta a fare pressioni politiche sull’Italia, minacciando di legare l’erogazione dei fondi del Recovery Fund alle riforme dei porti e delle concessioni marittimo-demaniali che vorrebbe Bruxelles: questo è inaccettabile.

Non dimentichiamoci che, nonostante a molti faccia assai comodo dipingere il Recovery Fund come un regalo dei Paesi frugali e austeri, in realtà sarà totalmente finanziato dalle tasse sull’industria chimica Italiana e dai versamenti effettuati in proporzione al Pil che ogni anno l’Italia – contributore netto del bilancio Ue – versa a Bruxelles.

Assistiamo ad una prepotenza istituzionale resa possibile dall’atteggiamento di immobilità e sottomissione di un Governo incapace, sempre pronto a obbedire ai diktat degli euroburocrati senza mai rivendicare la tutela dell’interesse nazionale. La Commissione Europea usa il guanto di velluto quando c’è da criticare certi comportamenti di Stati membri come Germania, Olanda o Austria, per non parlare dell’atteggiamento servile verso la Turchia di Erdogan e la sua politica estera. Al contrario, è sempre pronta a mettere l’Italia sul banco degli imputati per imporci riforme preconfezionate.

I balneari e le comunità portuali non possono essere le vittime dell’irrilevanza del Governo italiano sui tavoli europei. Sono in ballo posti di lavoro e le sorti di famiglie e competitività del nostro sistema logistico: Conte e soci hanno già perso troppo tempo prezioso, ora difendano comparti strategici dell’economia nazionale». Così dice in una nota Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento Europeo.