L’attore Antonio Carli a ruota libera: «Vogliono criminalizzare la cultura e lo spettacolo»
Parla del difficile mestiere di teatrante al tempo del Covid
Sanremo. «Fare l’attore in questo momento è più difficile del solito, è praticamente impossibile. Da anni il nostro mestiere era già in affanno. C’è un detto tra noi attori “Se cerchi un’idiota lo trovi alla cultura” Questa frase che è uno sfottò rappresenta quello che molto spesso accade nelle amministrazioni a tutti i livelli, che il reparto cultura viene considerato il parcheggio degli inutili, quando in Italia abbiamo il 75 per cento di patrimonio culturale mondiale, senza contare il teatro, il cinema, l’opera».
L’attore imperiese Antonio Carli ospite dei nostri studi parla delle difficoltà di svolgere il mestiere di attore in tempo di pandemia, delle prospettive del settore nel nostro Paese, ma affronta anche tematiche locali, come il rilancio del teatro “Cavour” di Imperia dopo i lavori di ristrutturazione che stanno per terminare.
Antonio Carli, artista poliedrico impegnato in teatro e sul palcoscenico in televisione ha partecipato a moltissime produzioni: lo si ricorda in “Carabinieri” con Andrea Roncato e Paolo Villaggio, “Il commissario” con Dapporto, ne “La Squadra”, “Tequila e Bonetti”, solo per ricordare le fiction più popolari.Poi tanto teatro, dalla Tosse a Gabriele Lavia, Monica Guerritore, Valeria Valeri, Giuseppe Cederna, Anna Galiena, Corrado Tedeschi, solo per citarne alcuni.
E’ figlio dell’indimenticato Franco Carli, suo primo maestro del figlio protagonista per una vita nei teatri italiani.