Covid, assembramenti di migranti a Ventimiglia: la preoccupazione di Rete Sanremo solidale per la diffusione del contagio

8 dicembre 2020 | 13:14
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Covid, assembramenti di migranti a Ventimiglia: la preoccupazione di Rete Sanremo solidale per la diffusione del contagio

«L’unica soluzione è la riapertura del campo. Nel frattempo il comune dovrebbe almeno fornire le mascherine a queste persone»

Ventimiglia. Rete Sanremo Solidale, un’associazione di Sanremo che sta seguendo anche le vicende delle persone in transito al nostro vicino confine, esprime il proprio punto di vista sugli assembramenti di migranti a Ventimiglia.

«Noi volontari di Rete Sanremo solidale ci permettiamo di ricordare con forza che avevamo previsto questa possibilità fin dallo scorso luglio, quando ci erano giunte voci della probabile chiusura del campo Roja che ospitava migranti in attesa di oltrepassare la frontiera o da questa respinti e che offriva loro, oltre a cibo e riparo, anche le mascherine anticovid.

Avevamo perciò scritto ai Ministri dell’Interno e degli Esteri, eravamo stati invitati in Prefettura a spiegare le nostre ragioni; avevamo quindi organizzato, il 26 luglio, un flash mob alla rotonda del Resentello di Ventimiglia, nella quale era stata data lettura delle lettere suddette e a cui avevano partecipato, nonostante il richiamo
delle spiagge, diverse associazioni italiane e francesi, oltre a giornalisti di varie testate locali e nazionali. Ma a nulla è valso tutto ciò: con il pretesto del virus il campo Roja è stato chiuso, nonostante avesse gestito con successo 3 casi di infezione e fosse pronto ad affrontarne altri eventuali 50, secondo notizie forniteci dalla direzione.

Ci eravamo allora chiesti, in un articolo comparso a fine luglio sui giornali locali: A chi giova la chiusura del Campo Roja? Ai migranti? Evidentemente no, togliendo loro un servizio, un punto di ristoro e orientamento legale; giova davvero a quei cittadini espressamente contrari ai migranti? Certo che no, con una pandemia in corso.

Dunque siamo arrivati all’assurdo: da una parte si chiude un luogo di protezione sia per gli immigrati sia per la popolazione, dall’altra si protesta perché questi ultimi, uomini, donne, bambini, cercano riparo dove riescono, anzi, facendo di tutto per impedirlo, come chiudere con porte di ferro vecchie case abbandonate. Un proverbio illustra bene questa situazione: non si può volere la botte piena e la moglie ubriaca. E ribadiamo: non si può risolvere un problema chiudendo gli occhi o guardando da un’altra parte. Ventimiglia, per la sua posizione vicina alla Francia, continuerà ad essere luogo di attrazione per questi disperati che non vogliono fermarsi, ma proseguire il loro viaggio, che ci piaccia o no.

L’unica soluzione, in attesa che tutti i paesi europei si preoccupino di prendersi le loro responsabilità, è la riapertura del campo, come più volte hanno sollecitato anche Caritas e Scuola di pace. Nel frattempo, il comune dovrebbe almeno fornire le mascherine a queste persone,cosa che viene fatta invece solo dalle associazioni di volontariato francesi ed italiane, insieme alla distribuzione di cibo e vestiario invernale» – dice Rete Sanremo Solidale.