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Coronavirus, francesi in Italia: A10 e Ponte San Luigi per “aggirare” i controlli

11 dicembre 2020 | 21:46
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Coronavirus, francesi in Italia: A10 e Ponte San Luigi per “aggirare” i controlli

Stando alla legge, infatti, potrebbero tornare soltanto a partire dal 7 gennaio

Ventimiglia. I francesi possono o no venire in Italia? E’ una domanda che molti, sia francesi che italiani, si stanno facendo visto che ogni stato sta prendendo provvedimenti indipendenti che valgono sul territorio nazionale.
Fino al 15 dicembre, per entrare nel Bel Paese, i francesi devono avere un motivo valido, che sia di salute, di lavoro o altro e firmare un’autocertificazione. Come annunciato ieri dal primo ministro francese, però, dal 15 dicembre terminerà il lockodown in Francia: i cittadini potranno dunque superare il limite di 20 km di spostamento imposto fino ad ora, ma dovranno rispettare un coprifuoco dalle 20 alle 6. Questo però non vuol dire che potranno entrare in Italia: dovranno infatti avere, sempre, una giustificata motivazione o aver effettuato un tampone (con esito negativo) nelle 48 ore precedenti all’ingresso.

Stando poi all’ultimo Dpcm del governo Conte, le cose cambieranno ancora a partire dal 21 dicembre fino al 6 gennaio: i francesi, così come gli altri stranieri e anche gli italiani che vorranno tornare a casa, dovranno poi per forza effettuare un periodo di quattordici giorni di quarantena.

Solo dal 7 gennaio, infine, se le cose non cambieranno e l’emergenza non verrà prolungata, allora i francesi potranno tornare nella vicina Italia, senza nessuna giustificazione.

Ma i passaggi oltrefrontiera, soprattutto per fare shopping e acquistare tabacco e alcol, in realtà non si sarebbero mai del tutto fermati: per espatriare i francesi aggirano i controlli al valico di frontiera di Ponte San Ludovico, che è il passaggio più presidiato e controllato, e passano da Ponte San Luigi o dall’autostrada. Un “trucchetto” che, anche se diffuso sui social, potrebbe rischiare caro ai francesi, che rischiano comunque le sanzioni previste per la violazione del decreto ministeriale.

Nei giorni scorsi, si è invece parlato spesso della possibilità di entrare in Italia trentasei ore senza necessità di avere una motivazione valida. Ma attenzione, perché quello che prevede il dpcm non è la libera circolazione sul territorio, con tanto di acquisti in negozi e supermarket e puntata al ristorante o bar di turno: la legge prevede infatti il solo transito.