XI legislatura, Tosi e Ugolini (M5s Liguria): «Il programma per il prossimo quinquennio ricalca quello precedente»

«E’ ripetizione di cose promesse e mai realizzate»
Genova.«La legislatura è al via e abbiamo davanti a noi un programma articolato, non v’è dubbio. Come d’altronde lo fu quello della scorsa legislatura. È però indubbio che rispetto a 5 anni fa, le sfide oggi sono ben diverse e leggendo il programma non troviamo proposte in grado di guardare oltre l’ostacolo. Con le sfide in atto, il nuovo programma non doveva ricalcare quello del passato, ma migliorarlo. Invece qui si ha la sensazione che si stia cercando di tamponare una vecchia ferita che non si è rimarginata.
È indubbio che rispetto a 5 anni fa, dobbiamo fare i conti con un quadro emergenziale di portata enorme. Siamo stati investiti da una pandemia epocale. Per far fronte alla quale abbiamo purtroppo una Sanità regionale non all’altezza della situazione. Non lo era prima, non lo è ora nonostante ci sia stato il tempo di correre ai ripari. I dati ci dicono infatti che la Liguria è in affanno: i medici di medicina generale, sentiti in questi giorni per avere il polso della situazione, ci hanno consegnato un quadro desolante. Medici e infermieri stanno combattendo questa guerra a mani nude e le colpe, dicono, sono della macchina regionale che si ostina a non risolvere le criticità territoriali». Così dice il capogruppo regionale Fabio Tosi nella relazione di minoranza letta oggi in Aula, commentando il programma della Giunta Toti.
«Toti deve capire che non basta più il “faremo”. Serve l’ ”abbiamo fatto e questi sono i benefici di cui i cittadini già godono”. Nel programma si promette di lavorare per una sanità più vicina alle persone, su tutto il territorio, dal centro alle periferie, perché i pazienti possano avere un presidio in prossimità delle loro abitazioni. Di riprogrammare l’assistenza territoriale ed ospedaliera. Tutto questo doveva essere già fatto. Non siamo andati avanti: i ritardi storici del passato non sono stati superati. La buona salute di tutti i cittadini deve essere l’obiettivo prioritario del sistema sanitario e la Regione deve recuperare la sua funzione strategica di ente di programmazione, di coordinamento e di indirizzo e garantire, attraverso il servizio pubblico (ospedale – territorio – prevenzione), i livelli essenziali di assistenza a tutti i cittadini. Le migliori risposte di cura ai cittadini si garantiscono con una Sanità pubblica efficiente, non certo inseguendo non ben precisate “partnership” con il privato. Quel sistema è fallito e sconcerta apprendere che lo si stia ancora perseguendo».
«Mancano del tutto, poi, le proposte per risolvere le molteplici criticità che si presenteranno a fine emergenza – continua Tosi –: scorrendo il programma, vediamo solamente una lunga lista della spesa. Una lista di luoghi comuni e “desiderata”, ma all’atto pratico a ben vedere non c’è visione. Un caso per tutti: l’occupazione, che per la Liguria era già stagnante prima del Covid. Nel 2019, i dati dicono che la crescita si è registrata nel lavoro indipendente (+3,1%) mentre è calato il numero dei dipendenti (-2.522 unità, -0,6%). Evidentemente le politiche della prima tornata non hanno prodotto gli effetti desiderati e, vedendo il quadro del passato, ci saremmo aspettati un cambio di passo e non certo le stesse formule. O peggio: la ripetizione di concetti che all’atto pratico sono esercizi di stile e non producono posti di lavoro».
«Nella lista programmatica, certamente ci sono anche punti che approviamo. Ma a ben vedere sono punti che figuravano già nell’agenda del quinquennio precedente. Che però, nonostante le promesse, non sono stati realizzati o non hanno prodotto lo slancio promesso. È il caso del turismo, che non ha certo brillato come hanno più volte dimostrato i dati regionali. Un progetto in particolare, infine, ha trovato nuovamente spazio nel documento del Governatore: il tunnel della Fontanabuona, di cui ormai sentiamo parlare da decenni. Invano. Cambierà qualcosa per questa infrastruttura vitale per l’entroterra e così a lungo promessa, attesa, ventilata di campagna elettorale in campagna elettorale? Crediamo di sì. Ma il merito non sarà della maggioranza regionale: perché si arrivasse a una svolta, infatti, c’è voluto un sottosegretario del M5S», conclude Tosi.
«Nell’ultima pagina del programma 2020-2025, colgo un’amara contraddizione: “La Liguria è amica degli animali domestici – vi si legge -, per questo Regione si impegnerà ad attuare dei provvedimenti per migliorare la vita dei nostri fedeli compagni di viaggio”. Poi, però, poco prima, sotto il capitolo “Per una Liguria smart, green e sostenibile”, leggiamo: “selezione e contenimento della fauna selvatica e delle specie nocive, con particolare riferimento agli ungulati che provocano situazioni di emergenza per i danni che causano all’agricoltura, alla viabilità, alla sicurezza”. Delle due l’una. O la Liguria è amica degli animali o non lo è. Non si può essere amici solo degli animali domestici».
Così, il consigliere regionale Paolo Ugolini prendendo la parola in Aula. Che poi continua: «Contenimento? Specie nocive? Ma siamo o no nel 2020? La nostra civiltà è tecnologica. Non siamo più cacciatori. Per sopravvivere non abbiamo bisogno di sparare e raccogliere bacche. Gli animali qui si uccidono per puro divertimento, per il gusto di togliere loro la vita. Diciamocelo una volta per tutte: la caccia non è necessaria. L’unica necessità, qui, è il perseguimento del favore dei cacciatori: votano e dunque una certa politica tende a stendere per loro tappeti rossi, per conquistarne il favore. Gli animali invece non votano. Auspico che la sensibilità dimostrata verso gli animali domestici al punto da approntare un delega specifica migri anche verso il mondo naturale. Quel mondo che fa parte del nostro ecosistema che noi continuiamo a sfregiare, contaminare e distruggere».