Villa Sultana, il sindaco Cimiotti scrive a ministro Franceschini e poi si rivolge a Sansa: «Si faccia portavoce delle nostre istanze»
Il primo cittadino ripercorre la vicenda dell’ex casinò e chiede l’intervento della Regione Liguria per salvaguardare l’edificio decadente
Ospedaletti. Le dichiarazioni del sindaco di Ospedaletti Daniele Cimiotti in merito alle sorti di Villa Sultana, edificio sede del primo casinò d’Italia oggi in rovina, sul cui ingresso è apparso nei giorni scorsi il cartello “Vendesi”:
«Negli ultimi giorni sono apparsi su alcuni mezzi di informazione certi articoli e/o asserzioni sul futuro di Villa La Sultana e sull’azione di questa pubblica amministrazione al riguardo. Purtroppo, sono state scritte diverse inesattezze e pertanto ritengo sia giusto fare un po’ di chiarezza, affinché tutti siano edotti sulla situazione.
A scanso di equivoci, circa la possibilità di un intervento pubblico, voglio precisare che “Villa La Sultana” è una proprietà privata sotto tutti gli aspetti. Ciò che rende questo magnifico edificio storico diverso dalle altre proprietà private è che esso è assoggettato al vincolo di Bene Culturale. Essere un Bene Culturale significa che la proprietà ha l’obbligo della conservazione del bene,
come previsto dal Decreto Legislativo (DLGS) n. 42/2004.
Allo stato attuale esiste un solo progetto con un S.U.A. (Strumento Urbanistico Attuativo) approvato in data 13 maggio 2010. Tale progetto e la bozza di convenzione ad esso allegata prevede il totale ripristino della Villa nelle sue forme originali con la sola modifica ad uso RTA (Residenza Turistica Alberghiera) del sottotetto; mentre sul retro verrebbe edificato il corpo di fabbrica principale sempre con destinazione RTA.
Sul lato est invece il progetto vedrebbe edificata un’altra costruzione in stile Liberty su 4 piani fuori terra, destinata a residenziale. Questo progetto ebbe la sua approvazione durante l’amministrazione Crespi nel 2010. Al momento non esistono altri progetti, né questa Amministrazione ha realizzato o approvato altri progetti. L’attuale SUA scadrà nel maggio del 2023.
Come tutti sanno, per decenni sia le precedenti amministrazioni che la proprietà non hanno fatto nulla per conservare questo bene culturale e lo stato di conservazione dello stesso è andato via via degradandosi. Questa amministrazione è pertanto intervenuta: dopo diverse diffide ed infine con un’ordinanza è riuscita a far ripulire il parco rendendo visibile la villa. Inoltre, grazie all’intervento congiunto tra Amministrazione Pubblica e il signor Gino Garibaldi, gestore del ristorante Alexandra ad Ospedaletti, con il permesso della proprietà si è riusciti anche ad illuminare la villa durante la notte, restituendo alla città almeno la visione integrale della sua magnifica architettura.
In aggiunta, in data 21 ottobre 2020 con protocollo n.9057, questa amministrazione ha inviato una lettera direttamente al Ministro Dario Franceschini (delega ai Beni e Attività Culturali) richiedendo un suo intervento diretto, ma ad oggi non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Più recentemente, in data 5 novembre 2020 prot. n.9556, abbiamo inviato una lettera simile anche al presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ed ai suoi assessori, richiedendo il loro interessamento alla conservazione del bene.
Visto l’interessamento al riguardo del consigliere regionale Ferruccio Sansa, lo sollecitiamo a ‘sponsorizzare’ le richieste contenute nelle lettere di cui sopra. In conclusione e diversamente da quanto scritto recentemente, questa amministrazione è
l’unica che si sta muovendo per restituire l’edificio che fu sede del primo Casinò d’Italia alla Città di Ospedaletti e a tutta la comunità, mentre tutte le proposte o idee che ogni tanto ci vengono presentate sono, ahimè, solo aria fritta, non essendoci nulla di concreto.
Se c’è qualcuno che effettivamente vuole risolvere il problema, faccia una proposta seria alla proprietà, o dia una mano all’Amministrazione ad acquisire Villa La Sultana per riportarla all’antico splendore, poiché alcune idee prospettate recentemente non sono giuridicamente percorribili a meno che la villa diventi di proprietà pubblica. Spero di aver diradato i dubbi che si possono essere creati riguardo le reali intenzioni di questa amministrazione sulle future sorti di Villa La Sultana e sul suo parco circostante».