Liguria in zona gialla, riaprono bar e ristoranti. Speranze e timori per il Natale
Ieri si sono visti parecchi dehor gremiti e, complice una bella giornata di sole, sembrava quasi di essere ritornati a quella “normalità” che manca da tempo e che non si sa se mai ritornerà
Sanremo. Città dei Fiori “zona gialla” da ieri, tra chi prova a ripartire e chi avrebbe preferito essere in “zona rossa” fino a Natale.
Ieri, primo giorno dove i locali pubblici potevano tenere aperto fino alle 18 senza altre restrizioni, si sono visti parecchi dehor gremiti e, complice una bella giornata di sole, sembrava quasi di essere ritornati a quella “normalità” che manca da tempo e che non si sa se mai ritornerà.
Anche perché, fuori dai microfoni, sono stati in tanti, commercianti compresi, ad averci detto che ieri c’era tanta gente assembrata, con mascherine indossate a singhiozzo.
La paura è che un’altra ondata del virus, causata da un “tana libera tutti” prima del tempo, possa mettere definitivamente in ginocchio l’economia turistica ponentina, già in grave difficoltà.
Non sono in pochi infatti, compreso il presidente cittadino di Confcommercio, Andrea Di Baldassarre, ad aver proposto, già da almeno un mese, che la Liguria diventasse “zona rossa” fino a Natale, per poi poter ripartire con più sicurezza e meno timori di crescita del contagio. «E’ importante quello che sta succedendo – spiega l’imprenditore – è un segnale positiva ma non c’è la contentezza totale. E la contentezza è forse figlia di un momento nel quale eravamo completamente chiusi – poi specifica – con bar e ristoranti chiusi c’è anche più shopping».
Non sembra però che questo meccanismo funzioni per tutti, Angelo titolare di un negozio di scarpe in via Palazzo dice «Oramai la stagione è andata, lavoriamo solo per pagare le spese. Bisognava essere in zona rossa fino Natale, per poi ripartire più tranquilli».
Quello che però conferma la maggioranza degli intervistati è la speranza in una timida ripresa e un certo ottimismo per quanto riguarda la clientela che sta ritornando: «La gente ha ancora voglia di sedersi e non ci lamentiamo» ammette Ivano, titolare del bar Sanshi.