Scuola

Imperia, orari pubblicati in ritardo e disagi al “Marconi”: ora è muro contro muro genitori-dirigenza scolastica

La preside Daniela Pistorino: «Rimango basita, problemi comuni a molte altre scuole». I genitori: «Vergognoso dover elemosinare una didattica all'altezza»

Riviera24- Ipsia Marconi

Imperia. «Vogliamo che venga redatto l’orario definitivo delle lezioni, inserendo i laboratori, le materie di indirizzo per tutti, i professori di ruolo riassegnati alle loro classi e l’utilizzo dei supplenti ove mancano i docenti». Un gruppo di genitori dell’Istituto Marconi di Imperia e Sanremo, scende apertamente in campo contro la dirigenza scolastica. L’orario delle lezioni, dopo i ritardi della sorsa settimana, è stato pubblicato solo ieri dopo le 17, «troppo tardi per chi si deve organizzare» sostengono i genitori che denunciano tutta una serie di problematiche legate alla didattica in questo tormentato inizio di anno scolastico.

Replica la preside del “Marconi” Daniela Pistorino: «Rimango basita, non sta succedendo niente di eccezionale. Siamo in piena pandemia, c’è il rischio di lockdown e sembra che il problema del mondo sia l’orario dei Marconi. Abbiamo due classi in quarantena, docenti in quarantena. L’addetto all’orario è in ospedale, la segreteria è nuova. Bisogna far coincidere una serie di situazioni, compresa quella dei docenti precari di fatto costretti a mettersi in mutua per partecipare al concorso. Problemi comuni a molte altre scuole, dove semplicemente ci sono docenti più professionali e attaccati alla scuola».

Proseguono i genitori: «Ormai da ben sette settimane e cioè dal 14 settembre, siamo l’unico Istituto Superiore della provincia di Imperia ad avere gli orari ridotti. Ancora oggi i nostri ragazzi di Imperia e Sanremo frequentano con didattica a distanza, solo per 4 ore da 50 minuti, quindi realmente per 3 ore e mezza, dalle 9 alle 12.30. Anche nell’orario di questa settimana abbiamo dovuto rilevare gravissime mancanze in quanto circa il 70 per cento dei professori di ruolo è stato inserito nelle liste dei docenti piuttosto che assegnato alle proprie classi. I ragazzi dal 14 settembre non fanno altro che avere supplenti, insegnanti di sostegno al posto dei docenti di ruolo. In molte classi non hanno mai fatto inglese, italiano, matematica mentre le ore di religione, ginnastica abbondano. Non è possibile andare avanti così».

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«Ogni 3 giorni esce un nuovo Dpcm, abbiamo richiesto del personale aggiuntivo. L’unica cosa che metto al di sopra è la sicurezza dei ragazzi, l’osservanza dei protocolli. Lavoriamo di notte fino alle 11 per garantire la didattica. L’applicata di segreteria per 3 giorni ha lavorato fine alle 23 per garantire l’orario», si difende la Pistorino dalle accuse dei genitori.

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«Noi vogliamo – è il pensiero dei genitori che hanno scritto alla nostra redazione –  che tutti i nostri ragazzi abbiano, come già accade in tutte le altre nostre scuole della provincia, una didattica costante con insegnanti che svolgono il programma ministeriale, con insegnanti che proseguono nella continuità didattica senza essere messi in disparte per problemi interni o personali con la dirigente scolastica. È inaudito pensare che insegnanti di ruolo da anni si siano visti togliere le proprie classi per fare supplenze, sostituzioni, o essere ritenuti a disposizione mentre nelle stesse classi insegnino docenti provvisori e con orario discontinuo non potendo portare avanti un programma, anche nelle altre scuole i docenti sono stati assenti o per quarantene preventive o per partecipazione al concorso, ma solo nella nostra, intere classi hanno avuto 3-4 ore di supplenza e quindi del nulla, perché il supplente non conosce il programma). Alcuni docenti inoltre sembra che siano dotati del dono dell’ubiquità, (almeno guardando gli orari): didattica a distanza in una classe e contemporaneamente didattica in presenza in un’altra. Questo fa capire a noi genitori che la scuola è disorganizzata, mal gestita e diretta. Da più di una settimana ci viene risposto, chiamando in segreteria, che la dirigente è fuori sede. Non ci spieghiamo come, in un momento così delicato, si possa essere assenti e non vicini al personale scolastico, agli studenti e ai genitori. È una situazione che va avanti da troppo tempo; i ragazzi stessi ormai sono stanchi e stufi. La didattica a distanza svolta in questa maniera non porta a nulla. Troviamo negli elenchi degli orari settimanali nominativi di insegnanti che non conosciamo, non sono conosciuti dagli studenti stessi e non sappiamo che materia insegnano. Ad oggi compiti in classe e interrogazioni sono quasi nulli. Il Marconi è sia un istituto tecnico che un istituto professionale. I laboratori non sono stati aperti quando, comunque, la scuola per la struttura che presenta potrebbe accogliere a turnazione gli studenti. Persino nella didattica a distanza le classi più numerose sono state divise in due gruppi. Ma che senso ha considerando che non c’è da mantenere alcun distanziamento? Che senso ha che un gruppo faccia due ore di italiano o due ore di inglese mentre l’altra metà della stessa classe faccia ginnastica, religione e neanche mezz’ora di italiano? Sempre nel redigere l’orario scolastico e nella quota del 25 per cento degli studenti in presenza mai è stato tenuto conto degli alunni certificati, esigenza invece presa in gran considerazione dalle altre scuole superiori della nostra provincia. Anche l’orario della scuola serale è ridotto ai minimi termini. Dal 2 al 6 novembre solo due ore con lo stesso insegnante di meccanica e giovedì le ore diventano tre. Crediamo inoltre che sia davvero vergognoso dover “elemosinare” una vera didattica per i nostri figli e speriamo che vengano presi seri provvedimenti al più presto».

«I genitori? Ci sono genitori che appoggiano apertamente la mia azione, poi altri che la pensano a modo loro. Sono in questa scuola da poco più di un anno e l’ho letteralmente cambiata, altrimenti per come l’ho trovata era destinata a chiudere ed, evidentemente ad alcuni docenti andava bene così. Oggi siamo costretti a rifiutare delle iscrizioni. Sono stati attivati i progetti Erasmus e garantita, una turnazione mentre prima partecipavano  sempre gli stessi. Forse questo avrà dato fastidio a qualcuno», conclude Daniela Pistorino.

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