Imperia, Ciclabile rischio stop ai lavori: pesa l’incertezza legata al nuovo acquedotto

Il Comune attende da 2 mesi risposte dal commissario dell’Ato idrico Gaia Checcucci. Il sindaco Claudio Scajola convoca una riunione
Imperia. Vanno avanti i lavori di realizzazione della pista ciclopedonale a Imperia nel tratto tra San Lorenzo al Mare e Borgo Prino. Ma sui tempi di conclusione dell’intera opera, che arriverà sino al confine con Diano Marina, pesa l’incertezza legata al nuovo acquedotto.
Il sindaco Claudio Scajola ha più volte ribadito l’importanza di sfruttare l’ex sedime ferroviario per fare passare la nuova condotta dell’acqua per superare definitivamente la crisi idrica che affligge il Ponente a causa della vetustità delle condotte. Ancora nel corso dell’ultimo incontro in Prefettura sul tema, datato ormai quasi due mesi fa, il primo cittadino ha chiesto al commissario Ato Gaia Checcucci di ricevere risposte in tempi rapidi visto che il cantiere è in corso. Al momento in Municipio non risultano essere giunte risposte.
Il Comune si trova così bloccato: la condotta da lungomare Vespucci alla Rabina è in corso di realizzazione ma manca il prolungamento fino a Borgo Prino. L’incertezza sul se, chi, e quando si farà questo ulteriore tratto (il Comune aveva pronti progetto e risorse ma è stato stoppato per questioni di “competenza”) non ha ancora permesso di consegnare tutte le aree alla ditta incaricata della realizzazione della Ciclabile e questo non ha fatto scattare i tempi per terminare l’opera.
Vista la fase di stallo, il sindaco Claudio Scajola ha convocato per la questa settimana una riunione per decidere cosa fare. Ancora pochi giorni fa l’ex ministro aveva ricordato che «a breve ci troveremo di fronte al dilemma tra bloccare i lavori, facendo un torto alla città, o proseguirli e perdere un’occasione storica per il territorio. Una volta finita la ciclabile, realizzare il tratto di acquedotto tra il Prino e Lungomare Vespucci costerebbe tre volte di più rispetto ad adesso. Quel giorno qualcuno dovrà assumersi, davanti ai cittadini, la responsabilità di questa inerzia».