Coronavirus, lettrice scrive al presidente Toti: «Gli anziani hanno liberato l’Italia»
«Dovreste quindi rispettare gli anziani e ascoltarli di più»
Imperia. Una lettrice, che oggi vive in Francia ma che ha vissuto per buona parte della sua vita in provincia di Imperia, dopo aver letto le parole del presidente di Regione Liguria sugli anziani, ha deciso di scrivere una lettera a Giovanni Toti.
«Mi fa comunque piacere che il dottor Toti, anche se in ritardo, si sia reso conto dell’errore grave che ha commesso, e stia cercando bene o male di riparare. Vorrei pertanto rivolgermi direttamente al presidente Toti.
Caro Presidente Toti,
Il 12 novembre 2012, Sua Santità Benedetto XVI, in visita ad una casa di riposo per anziani a Roma, affermò: “Nella Bibbia, la longevità è considerata una benedizione di Dio; oggi questa benedizione si è diffusa e deve essere vista come un dono da apprezzare e valorizzare. Eppure spesso la società, dominata dalla logica dell’efficienza e del profitto, non lo accoglie come tale; anzi, spesso lo respinge, considerando gli anziani come non produttivi, inutili. Tante volte si sente la sofferenza di chi è emarginato, vive lontano dalla propria casa o è nella solitudine. Penso che si dovrebbe operare con maggiore impegno, iniziando dalle famiglie e dalle istituzioni pubbliche, per fare in modo che gli anziani possano rimanere nelle proprie case. La sapienza di vita di cui siamo portatori è una grande ricchezza. La qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune. Chi fa spazio agli anziani fa spazio alla vita! Chi accoglie gli anziani accoglie la vita!”.
Non mi sembra ci sia molto altro da aggiungere a queste parole che già dicono tutto e sperano La facciano riflettere perché frasi come quelle di ieri non le vogliamo e non le dobbiamo più sentire sulla bocca di nessuno e men che meno su quella di un Responsabile della Cosa pubblica.
Le ricordo anche che, oltre ad essere un esempio – come ha ricordato qualcuno proprio ieri – per come hanno saputo onorare il lavoro in Italia e nel mondo, in questo momento di emergenza epocale e mondiale, senza precedenti, la mia generazione è indispensabile per aiutare i figli, nipoti ecc. a sbarcare il lunario e a portare un pezzo di pane a casa, in modo particolare in Italia dove sono note le inefficienze delle Istituzioni nazionali nell’erogazione dei vari contributi stanziati alle cosiddette categorie “produttive”.
Ricordo infine a Lei e a tutti che sono proprio gli anziani di oggi ad aver liberato l’Italia e l’Europa dalle dittature che tutti ben conosciamo alla metà del Secolo scorso, e quindi la sua improvvida affermazione è – e concordo con un coetaneo che Le scriveva ieri – un vero e proprio insulto che sarà molto difficile dimenticare, qualunque siano le proprie convinzioni politiche e il proprio giudizio sull’operato amministrativo dell’attuale Presidente della Regione.
Il momento, come sappiamo, è grave: la politica, è ormai del tutto evidente, ha scelto di gestire questa epidemia seminando terrore, in particolare sulle giovani generazioni, e creando in questo modo una frattura sociale di cui pagheremo le conseguenze per decenni.
Lei, e tutti i Suoi colleghi “decisori” politici, dovreste quindi rispettare gli anziani, e ascoltarli di più, perché abbiamo vissuto, abbiamo l’esperienza delle guerre e delle epidemie precedenti che ci hanno fortificati, e quindi possiamo dare l’esempio a tutti Voi ed aiutarVi a non perdere i valori e l’equilibrio come sembra invece stiate facendo.
Caro Presidente, Lei e i Suoi colleghi della politica che generazione state creando? Io non oso nemmeno immaginare lo sfacelo di cui la storia vi giudicherà responsabili: noi anziani, malgrado l’apparente fragilità fisica, siamo più forti e sappiamo affrontare la vita, e affrontiamo e affronteremo anche questa epidemia con la forza che ci appartiene, contrariamente a molti uomini e donne che gestiscono la Cosa pubblica.
Le ripeto ancora una volta questa frase che il grande Papa Benedetto XVI, che si definì un anziano tra gli anziani (aveva all’epoca quasi 86 anni), aveva pronunciato nel 2012: la qualità di una società, vorrei dire di una civiltà, si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune: non lo dimentichi mai!
In un’altra occasione, il Pontefice ebbe a dire che la qualità di una società si giudica anche da come i bambini e i disabili sono trattati.
Colgo questa occasione per invitare Lei a tutti i Signori e Signore della politica a non chiudere le scuole, come del resto è accaduto qui in Francia e in tutta Europa malgrado le restrizioni sanitarie: la scuola è indispensabile per tutti i nostri bambini e ragazzi, non riesco neppure ad immaginare il disastro di un allentamento di questi giovani dallo studio e dall’apprendimento, non riesco neppure ad immaginare come l’assenza delle nozioni fondamentali potrà permettere loro, un domani, di integrarsi pienamente nella società.
La scuola deve, naturalmente, essere aperta e fruibile per tutti, come afferma la Costituzione, e quindi anche per i bambini e ragazzi che hanno qualche problema di salute o qualche handicap, e che purtroppo – con la scusa dell’emergenza sanitaria – molte volte si ritrovano esclusi: vigili e si attivi, caro Presidente, perché questo non accada o non accada più.
Ho dato alla Liguria, e in particolare all’Imperiese, trentuno anni della mia vita al servizio, a titolo volontaristico, delle persone con handicap e delle persone in difficoltà, anziani, giovani, ecc.
Ho fatto parte anche, in Regione, della Commissione che, tanti anni fa, si occupò di uno dei vari Piani Triennali per l’handicap e per i servizi sociali: conosco, quindi, le criticità di una Liguria che è bellissima ma in cui il disagio sociale è dilagante ormai da parecchi anni: non lo dimentichi, e al posto di fare affermazioni inopportune sulla bocca di chi amministra il bene comune, si adoperi senza sosta per garantire a tutti gli stessi diritti, indipendentemente dall’età, della prestanza fisica, ecc. Detto questo, La saluto e ringrazio Riviera24 per lo spazio che mi ha accordato» – scrive Isabella Podda.