Ventimiglia, Toti: «Abbiamo ricostruito un ponte, faremo anche una passerella». La conta dei danni

3 ottobre 2020 | 18:04
Share0
Ventimiglia, Toti: «Abbiamo ricostruito un ponte, faremo anche una passerella». La conta dei danni
Ventimiglia, Toti: «Abbiamo ricostruito un ponte, faremo anche una passerella». La conta dei danni
Ventimiglia, Toti: «Abbiamo ricostruito un ponte, faremo anche una passerella». La conta dei danni

L’annuncio di Toti: «Chiederemo lo stato di emergenza insieme al presidente del Piemonte Cirio»

Ventimiglia. «Abbiamo ricostruito un ponte, faremo anche una passerella, che non è solo un collegamento pedonale ma il simbolo che ripartiremo». Lo ha detto il governatore Giovanni Toti nel corso del vertice a palazzo comunale convocato d’urgenza dopo l’alluvione che ha devastato Ventimiglia.

I danni, secondo una prima stima presentata al presidente ligure insieme alla richiesta di stato emergenza, ammontano a circa  54,6 milioni di euro. Di questi, 15milioni serviranno per togliere dalla città i circa 75mila metri cubi di fango che l’hanno sommersa e portarli in discarica. Altri 8milioni di euro circa serviranno per l’acquedotto, danneggiato dalla piena del fiume Roja, che portandosi via la passerella Squarciafichi ha distrutto i sottoservizi che conteneva. Per ricostruire il ponte pedonale che collega il centro di Ventimiglia alla Marina San Giuseppe serviranno altri 6milioni di euro.
E ancora: 2milioni e mezzo per gli impianti di sollevamento dei fanghi del depuratore; 4milioni per aree verdi, illuminazione pubblica e arredo danneggiati dall’esondazione del Roja; 700mila euro per caldaie e servizi di teatro, palazzo comunale e altri edifici pubblici.

Una delle aree maggiormente colpite, insieme al centro, è quella di Peglia. Qui, per fognature, acquedotto e zona sportiva serviranno 1milione e 200mila euro circa. Più altri 500mila euro per la zona tra via Freccero e Magazzini operai.

E ancora:
– Località Gianchette, via Tenda – via San Secondo (fognature, acquedotto, strada e parcheggi): 1milione e 400mila euro
– Canale Lorenzi: 4milioni di euro
– Condotta Roja (rifacimento lungo Roja): 6milioni di euro
– Arginatura località Varase 120 metri per 6 metri di altezza: 800mila euro
– Demanio marittimo, legname – danni a litorale: 3milioni di euro
– Messa in sicurezza,dragaggio e pulizia: 1milione e mezzo di euro

Centro tamponi allagato, si sposterà altrove. Potrebbe essere spostato a Vallecrosia nelle prossime ore, il centro tamponi Covid che a fine agosto era stato istituito a Ventimiglia, nel piazzale antistante il cimitero di Roverino. Lo ha annunciato il governatore Toti dopo aver sentito il direttore dell’Asl1 Imperiese Marco Damonte Prioli. «Si sta ora cercando un altro posto, visto che a Roverino è stato allagato – ha detto il governatore -. Sarebbe stato individuato un nuovo sito a Vallecrosia, ma l’Asl sarà più chiara nelle prossime ore in modo da ripartire lunedì mattina». Il centro era stato istituito per effettuare tamponi alla cittadinanza, ma soprattutto in previsione dell’apertura delle scuole e della possibilità di effettuare esami diagnostici per il covid ad alunni e insegnanti.

La situazione in provincia di Imperia. E’ Triora l’unico comune totalmente isolato a causa del maltempo che nelle scorse ore si è abbattuto sul Ponente ligure. Lo ha comunicato il governatore Toti, che ha annunciato di essere in procinto di firmare lo stato di emergenza per calamità naturale assieme al presidente del Piemonte, Alberto Cirio: «Lo firmerò non appena rientrerò a Genova», ha detto. «Purtroppo, ancora una volta i nostri meteorologi avevano ragione – ha aggiunto il governatore – non abbiamo feriti e morti e questo è già un segnale positivo ed è anche un segnale di un sistema che credo sia diventato tra i più efficienti d’Italia». Per Toti la mole d’acqua: «Era assolutamente prevista nell’allerta rossa decisa dai nostri meteorologi, mentre su Genova ci aspettavamo meno precipitazioni ed è stato così». Sull’esondazione del fiume Roya, avvenuta dopo che le autorità francesi hanno aperto le dighe in alta val Roya – una prassi ormai consolidata, quando piove parecchio nell’entroterra, per consentire il deflusso delle acque – Toti ha dichiarato: «I francesi aprono la diga, per evitare che ceda. Certamente c’è una causa ed effetto, ma penso che fosse decisione inevitabile, della quale eravamo già stati avvertiti ed era accaduto altre volte. Ovviamente se ci sono situazioni diverse, ci sono le autorità competenti e il ministero degli Esteri che se ne occupa. In questo caso sappiamo bene che esiste una chiusa sul fiume Roya e che quando le precipitazioni superano un certo limite, quella chiusa deve necessariamente rilasciare dell’acqua».