Sanremo, dal progetto di piazza Borea spariscono gli alberi. Donzella: «Questione di tempo»

24 ottobre 2020 | 12:06
Share0
Sanremo, dal progetto di piazza Borea spariscono gli alberi. Donzella: «Questione di tempo»

Nelle ipotesi degli architetti dovevano esserci dodici piante, panchine e punti per la socialità

Sanremo. Spariscono le piante dal progetto di riqualificazione di piazza Borea d’Olmo. Non è passata inosservata l’assenza, rispetto alle ipotesi progettuali, del verde e dell’arredo urbano nella nuova agorà matuziana i cui lavori sono terminati nei giorni scorsi.

Non è chiaro quale sia il motivo di questo cambio in corso d’opera. Una difformità, rispetto a quanto prospettato e reso noto con i rendering pubblicati nei mesi che hanno preceduto i lavori, che non mette in discussione la bellezza di quanto realizzato dall’amministrazione comunale anche grazie ai fondi della convenzione The Mall. Nonostante ciò, questo dato di fatto sotto gli occhi di tutti sta facendo discutere la cittadinanza. Piazza Borea, infatti, fatica a trovare una sua destinazione, mancando anche dei più elementari arredi come le panchine.

La scelta di eliminare il verde è definitiva? Per l’assessore ai Lavori Pubblici Massimo Donzella no: «Per l’amministrazione il verde è indispensabile ma al momento, complice una carenza di fondi e la necessità di dare rapida risposta ai commercianti della zona assicurando lavori celeri, abbiamo preferito andare avanti con il cantiere, ripromettendoci di tornare indietro non appena possibile. L’auspicio è di riavvolgere il nastro in tempi brevi per dare seguito alla piantumazione di piante ad alto fusto così com’era stato previsto. Prima, tuttavia, l’obiettivo principale rimane il completamento dell’ultimo tratto di via Matteotti: da centrare per Natale o, al massimo, entro la settimana del Festival. Finora – conclude Donzella – credo che abbiamo operato con intelligenza, cercando di coniugare le esigenze dei commercianti con quelle della città».

Per la precisione, nel progetto degli architetti Giulia Barone e  Stefano Antonelli erano previsti dodici alberi che avrebbero avuto anche lo scopo di ombreggiare le sedute e i dehor dei locali. Nell’idea dei progettisti c’era anche quella di ricordare l’antica sede del teatro Principe Amedeo sorto dove un tempo era presente il giardino a servizio del palazzo nobiliare che battezza la piazza.

Per far rivivere il teatro andato distrutto da un bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale, gli architetti immaginavano una geometria di decori inserita nella pavimentazione, con motivi quadrati che sarebbero andati a riproporre le proporzioni del perimetro che un tempo scandiva la suddivisione interna dell’edificio di spettacolo e l’aggiunta di serigrafie che ne raccontassero la storia.