A Sanremo la strada che non c’è: disperso il progetto di bretella Mangolini

12 ottobre 2020 | 08:22
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A Sanremo la strada che non c’è: disperso il progetto di bretella Mangolini

Stop ai lavori per la ristrutturazione di un negozio in via San Francesco che ha rischiato il fallimento

Sanremo. AAA cercasi il progetto di bretella Mangolini e dell’omonimo palazzo. Le carte topografiche della strada pubblica realizzata da privati anni addietro e passata in carico al Comune, pare essere andato perso dall’archivio di Palazzo Bellevue.

A scoprirlo, suo malgrado, è un imprenditore della Città dei Fiori, Adriano Caiumi, che nei mesi ante emergenza Covid aveva rilevato lo storico negozio di videogame Fantasia di via San Francesco con l’intenzione di ristrutturarlo, ampliarlo e continuare l’attività insieme ad alcuni giovani soci.

Stando a quanto si apprende, sembra che il geometra incaricato dai nuovi titolari di Fantasia di progettare la ristrutturazione dei locali, recatosi in Comune per acquisire gli atti su cui basare la progettazione, non sia riuscito a ottenere i progetti della strada sopraelevata che passa sui “tetti” delle attività site nella parte bassa di via San Francesco, nel cui palazzo, a piano terra, si trovano diverse vetrine commerciali. La ricerca sarebbe fallita perché in Comune il progetto di bretella Mangolini risulterebbe tra le pratiche date per disperse. Una questione nota anche ad altri professionisti del settore che si sono avventurati in passato nel tentativo di ristrutturare gli appartamenti di quella zona.

Un bel problema per chi come Caiumi e soci contava di partire velocemente con i lavori. E ora la vertenza potrebbe approdare in tribunale per una richiesta danni. Il motivo sarebbe dovuto principalmente al tempo che il Comune avrebbe impiegato per comunicare ai privati la “scomparsa” del progetto della bretella: circa sette mesi. Un periodo incompatibile con qualsivoglia programmazione e con i termini di risposta alle istanze che regolano l’attività amministrativa di un ente pubblico.

Come se non bastasse, a complicare le cose ci si è messa di mezzo anche l’emergenza covid che, in combinato disposto con l’impossibilità di portare a termine i lavori in tempi rapidi per problemi riconducibili a Palazzo Bellevue, ha di fatto quasi condannato al fallimento il nuovo corso di Fantasia.

Per evitare la serrata, gli imprenditori hanno provato a chiedere una sanatoria che l’ufficio competente del municipio avrebbe, in prima battuta, stimato nell’ordine di oltre trentamila euro di costi da sostenere, importo che avrebbe comportato la morte sul nascere dell’iniziativa imprenditoriale che ha dovuto sopportare la chiusura forzata del lockdown prima di avviarsi.

E’ così che, a una più attenta analisi delle normative da parte degli stessi funzionari pubblici, “la sanzione” a carico dei proprietari e locatari si è ridotta a “soli” mille euro. Uno dei locali presi in affitto da Fantasia Evolution (questo il nome della nuova società) e coinvolto nel progetto di ampliamento del negozio, risulta essere di proprietà di un famigliare di una dipendente comunale.