Operazione del Ros e del Comando tutela ambientale, due arresti a Camporosso



Quarantotto le persone accusate a vario titolo in diverse regioni d’Italia. Indagine partita da Bari
Bari. Due persone sono state arrestate a Camporosso nell’ambito di un’operazione “Grande Carro” dei carabinieri del Ros e del Comando tutela ambientale che hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare richiesta dalla Dda di Bari nei confronti di 48 persone accusate di aver favorito le attività di un’organizzazione mafiosa.
Le accuse nei confronti dei destinatari delle ordinanze, a vario titolo, sono associazione di tipo mafioso, riciclaggio, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, sequestro di persona a scopo di estorsione, detenzione illegale di armi ed esplosivi, truffe per il conseguimento di erogazioni pubbliche anche dell’Unione Europea ed altri delitti, tutti aggravati ex art. 416 bis per aver agevolato le attività di una organizzazione mafiosa. Sulle accuse specifiche che hanno portato i due abitanti a Camporosso in manette al momento gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.
I provvedimenti scaturiscono da un’indagine avviata dal ROS che – dopo la cattura del latitante Francesco Russo in Romania – si è concentrata sulle dinamiche criminali riconducibili alla “Batteria SINESI-FRANCAVILLA” della Società foggiana, organizzazione mafiosa sviluppatasi alla fine degli anni ’80 nella Provincia di Foggia, la cui esistenza è stata accertata da numerose sentenze passate in giudicato. Strutturata in “batterie”, nel corso degli anni, il sodalizio ha subito un fenomeno di modernizzazione criminale che lo ha portato ad orientarsi verso un più evoluto modello di “mafia degli affari”. Le complesse indagini, che hanno a lungo impegnato la Procura Distrettuale e le varie articolazioni del ROS presenti sul territorio nazionale, hanno consentito di documentare:
- – esistenza ed operatività di una articolazione della suddetta “Batteria” attiva a Foggia, Orta Nova (FG), Ascoli Satriano (FG) e Cerignola (FG), con interessi su Rimini e l’alta Irpinia, nonché in Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca;
- – ruoli e funzioni degli affiliati all’interno della consorteria, rispondente a Francesco Delli Carri, storico esponente della Società foggiana e a suo fratello Donato. In tale contesto sono emerse pure le figure di Aldo Delli Carri, cugino dei suddetti Francesco e Donato, impegnato nel reinvestimento dei proventi illeciti nel settore immobiliare e nelle truffe per l’indebita percezione di contributi per l’agricoltura erogati dall’UE e dalla Regione Puglia;
- – i rapporti dei “DELLI CARRI” con esponenti della criminalità garganica e di Canosa di Puglia (BT), grazie ai quali hanno potuto esercitare le proprie attività illecite in quelle aree.
«La proiezione internazionale ha evidenziato come la criminalità organizzata sia andata ancora una volta a dirigersi e posizionarsi in quei Paesi nei quali è minore la resistenza e più debole la legge – ha detto il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho – Quindi abbiamo Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, laddove sono state sviluppate indagini grazie alla collaborazione che questi Paesi hanno dato». «L’Europa – ha aggiunto il procuratore – deve stare tranquilla e serena sul monitoraggio che viene sviluppato non solo dalle procure distrettuali ma anche delle forze di polizia, con arresti e sequestri all’ordine del giorno».