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«No, a scuola non va tutto bene, Azzolina dimettiti!», striscione del collettivo studentesco di Imperia

29 ottobre 2020 | 07:17
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«No, a scuola non va tutto bene, Azzolina dimettiti!», striscione del collettivo studentesco di Imperia

Contestati vari punti dalla didattica a distanza, alle palestre, ai laboratori

Imperia. «No, a scuola non va tutto bene, Azzolina dimettiti!», uno  striscione con questa scritta è apparso stamattina presso la pensilina dell’autobus in viale Matteotti, sotto la Provincia.  A firmarlo è il collettivo “Da Studenti a Studenti” che contesta la ministra dell’istruzione Lucia Azzolina chiedendone le dimissioni sotto vari punti, dalla didattica a distanza, alle palestre, ai laboratori. In poche parole reclamano il diritto allo studio.

«In questi mesi gli studenti -recita il volantino che accompagna la protesta –  sono rimasti a guardare le scellerate manovre di un ministero che non ha mai nemmeno provato a garantire un’istruzione di qualità e dunque il diritto allo studio. Nella fase del rientro, che chiamano in “sicurezza”, noi studenti abbiamo visto le pessime condizioni delle strutture scolastiche, l’impossibilità di accedere ai laboratori (essenziali nella didattica dei tecnici e dei professionali) o alle palestre (perché spesso trasformate in aule), la mancanza di professori e soprattutto la grave carenza nei trasporti.

Con l’aggravarsi della pandemia ci viene riproposta la didattica a distanza, seppur con modalità differenti; queste sono solo soluzioni temporanee di emergenza e non risolvono il problema alla radice, rendendo il diritto allo studio sempre più minacciato.

La Dad inoltre deve essere necessariamente accompagnata da comodati d’uso degli strumenti essenziali per seguire le videolezioni: quasi uno studente su quattro non ha gli strumenti per seguire
le lezioni online. Questo vuol dire garantire il diritto allo studio? Al fine di garantire questo fondamentale diritto, noi studenti pensiamo che sia essenziale che le istituzioni ascoltino le nostre richieste, per discutere assieme delle criticità maggiori della scuola».