Molini e Triora flagellate dal maltempo chiedono che Roma intervenga subito. Servono milioni di euro

15 ottobre 2020 | 15:45
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Oggi è stata ufficialmente riaperta, dopo la frana che l’ha interrotta, la strada provinciale che li collega

Molini di Triora.  «Di soldi i Comuni non ne hanno, se non ci danno una forte mano non sappiamo come andare avanti» e poi «Abbiamo bisogno di riposte che ad oggi non abbiamo ancora».

La strada provinciale tra Molini e Triora è stata riaperta provvisoriamente a senso unico alternato, ma i primi cittadini dei due comuni coinvolti guardano avanti per affrontare l’emergenza, con timore. A preoccupare i Sindaci della valle, e non solo loro, c’è ora l’azione del Governo di Roma che, a differenza di quello regionale, sempre secondo gli amministratori, stenta a farsi efficace.

riviera24 - di fazio sasso giampedrone alluvione 2020

Quello che chiedono a gran voce Massimo Di Fazio del Paese delle Streghe e la sua collega Manuela Sasso, oltre allo stato di calamità naturale, è lo stanziamento di fondi per affrontare l’immediato e il futuro. Non si tratterebbe di pochi spiccioli neppure per enti di maggiori dimensioni.

A Molini i tecnici di Comune, Provincia e Regione hanno stimato servano circa 270.000 per le prime emergenze (ad esempio per non sgomberare famiglie in caso di allerta meteo) e ben 16 milioni per riparare alla devastazione causata dalla terribile tempesta di inizio ottobre. Denari, per somme urgenze, di cui le casse comunali non dispongono e di cui molto probabilmente, senza l’aiuto dello Stato previa dichiarazione dello stato di emergenza, non disporranno mai.

Triora, dal canto suo, è stata a lungo isolata, senza forniture e probabilmente una precisa conta dei danni, vista l’ampiezza del suo territorio comunale (il più grande della provincia), è ancora i fase di compilazione. Non dovrebbe essere  comunque moto differente da quella di Molini e anche qui mancano risorse proprie. «Dobbiamo lottare perché  da parte di Roma arrivi qualcosa di concreto», spiega Di Fazio, sindaco giovane come la Sasso. E come lei stanco ma assolutamente non rassegnato, per una Valle Argentina che deve rinascere a tutti i costi.