«La corriera RT da Ventimiglia non ferma a Dolceacqua», la testimonianza di una studentessa
Eleonora (nome di fantasia) ogni giorno prende, o meglio cerca di salire su mezzi pubblici che dalla Città di Confine vanno su per la val Nervia con destinazione Rocchetta Nervina o Apricale
Dolceacqua. Il tornare a casa da scuola con i mezzi pubblici, al tempo del coronavirus, sembra che in alcuni casi possa trasformarsi in un’odissea.
Ne sa qualcosa Eleonora (nome di fantasia) che ogni giorno prende, o meglio cerca di salire sulle corriere che dalla Città di Confine vanno su per la val Nervia con destinazione Rocchetta Nervina o Apricale.
La meta della studentessa liceale è il Paese dei Doria, dove abita. Ma lì i mezzi, diversi autisti, non li fanno fermare. Perché, e ci sono due filmati a testimoniarlo (con le voci alterate per la privacy), visto che il distanziamento ha ridotto i posti disponibili sul torpedone, chi è alla guida del pulmino dà la preferenza a chi va nei due Comuni sopracitati, capolinea montano delle tratte.
Insomma, Eleonora si è sentita spesso rispondere grosso modo così «Se vuoi andare a Dolceacqua prendi il mezzo dopo, questo è riservato a chi va a…». Detto fatto, ma la risposta dell’altro autista sarebbe stata uguale, con destinazione diversa, ma di andare a Dolceacqua non se ne parla.
In sostanza, non si capisce se per una direttiva della Riviera Trasporti o per una decisione autonoma degli autisti, i seggiolini e i posti in piedi disponibili sui mezzi sarebbero riservati ai viaggiatori per la destinazione finale della corsa.
Questa “procedura”, però, cozza con quanto prevedono le normative riguardanti il trasporto passeggeri con mezzi pubblici. Queste prevedono che sull’autobus, il posto, deve essere garantito a tutti gli utenti della tratta, indipendentemente da dove si fermano.
Leggi disattese a parte, questa è certamente l’ennesima lamentela, di chi fruisce del suo servizio, di quelle che hanno come oggetto la RT.