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Coronavirus, la Cisl del Ponente ligure: «Anche i lavoratori di Rsa e cliniche private devono essere tutelati»

26 ottobre 2020 | 20:01
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Coronavirus, la Cisl del Ponente ligure: «Anche i lavoratori di Rsa e cliniche private devono essere tutelati»

Screening e dotazione dei dispositivi di protezione individuale

Imperia. «Il nostro appello è quello di considerare “personale sanitario” l’intera filiera sanitaria e socio assistenziale, quindi tutto il personale interno agli ospedali pubblici e delle cliniche private, i lavoratori delle Rsa e non solo, che stanno rischiando la propria salute», lo scrive  in una nota la Segreteria territoriale Uil – Funzione pubblica del Ponente ligure.

«A tutti questi lavoratori va garantito uno screening continuativo: devono essere sottoposti a tampone periodicamente anche se asintomatici, così da accertare se hanno contratto o meno il virus ed è fondamentale che vengano messi in quarantena fino all’esito del tampone per consentire un contenimento del contagio all’interno ed all’esterno delle strutture ospedaliere e per assicurare una adeguata prevenzione sanitaria, nel rispetto dell’impegno preso anche tramite il protocollo sottoscritto in fase iniziale Covid con il Ministero della Salute.

Tutelare i lavoratori, anche con la dotazione di tutti i dpi necessari, non rappresenta solo una forma di garanzia per loro stessi ma anche una tutela della salute di tutti i pazienti.Si legge nel report settimanale del commissario straordinario Domenico Arcuri, che ad oggi i medici possono contare su 6.628 posti e quelli già occupati sono circa il 15% del totale. Non possiamo aspettare di arrivare al 100% prima di agire con assunzioni ed interventi concreti: la politica ha già perso tempo in questi mesi ed il nostro personale dei Pronto Soccorso ed in terapia intensiva è già ridotto all’osso e provato da un virus che non si è mai fermato. Siamo stufi, inoltre, di dover continuare ad assistere ad inutili teatrini politici e alle faziose promesse di esponenti governativi sull’aumento contrattuale. Le chiacchiere stanno a zero: le indennità sono misere, quando erogate, e nel Nadef sono previsti solo 400 milioni di Euro, che non solo non sono sufficienti al rinnovo, ma rappresentano uno schiaffo alla responsabilità, impegno e professionalità dimostrata in questi mesi dai lavoratori della sanità. Cambiamo passo, come suggerisce nella sua nota il nostro Segretario Generale Nazionale Michelangelo Librandi, invece di tampinarci nei talk show e nei salotti televisivi, lavoriamo a testa bassa e tamponiamoci di prevenzione»