Ventimiglia, migranti bloccati al confine e al freddo ma secondo il prefetto Intini non c’è emergenza

27 settembre 2020 | 12:05
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Le foto documentano una situazione di disagio che rischia di peggiorare col precipitare delle temperature

Ventimiglia. Dopo le dichiarazioni del prefetto Alberto Intini secondo il quale nella Città di confine  dopo la chiusura del campo Roja non c’è emergenza, le foto di queste ultime ore in centro documentano che i migranti che non sanno dove andare trovano giacigli di fortuna nei pressi della stazione e sul lungomare.  E con il freddo delle ultime ore la situazione non può fare altro che peggiorare.

Nei giorni scorsi si è tenuto un vertice in Prefettura a Imperia col capo Dipartimento per le Libertà civili e per l’ImmigrazioneMichele Di Bari. Al centro del tavolo la redazione di un protocollo di intesa tracciato con i vertici provinciali delle forze di polizia e della polizia di frontiera e con il presidente della Provincia Domenico Abbo, il sindaco di Ventimiglia Gaetano Scullino e il direttore generale dell’ASL 1 Imperiese Marco Damonte Prioli, dal quale è emersa la volontà di  realizzare un centro di transito al servizio dell’intera provincia di Imperia, non necessariamente nella Città di confine.

Il sindaco Gaetano Scullino, intanto, però, ha chiesto, che il nuovo centro di identificazione e transito non sia situato a Ventimiglia ma neanche nel comprensorio intemelio.

«La frontiera è quella che attira i migranti che vogliono attraversare il confine, il messaggio deve essere che gli irregolari siano identificati e allontanati in un centro lontano dal confine e quindi lontano da Ventimiglia», dichiara Scullino.  «E’ stato anche chiesto prosegue Scullino –   che non sia più accettato che ci siano centri di “scodellamento” persino alla presenza massiccia delle Forze dell’Ordine, nei quali  viene dato da mangiare ai migranti per strada, in modo improvvisato e all’aperto, come avviene tutte le sere nel piazzale innanzi al cimitero o lungo la strada per andare in Francia. Non devono essere accettati bivacchi, accampamenti e giacigli di fortuna, oltreché disumani anche igienicamente pericolosi».