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Sanremo, la Sinfonica non ha spazi dove esibirsi. Per i professori ancora cassa integrazione

Il casinò nega la sala del teatro per problemi legati alla gestione covid. Salta la stagione autunnale dell'orchestra

Sanremo. Torna lo spettro della cassa integrazione per i professori dell’Orchestra Sinfonica. Dopo i buoni riscontri di pubblico dei concerti estivi che si sono svolti nella cornice di Villa Ormond a ingresso libero, la Fondazione guidata dal presidente Livio Emanueli sta trattando in questi giorni con i sindacati la riattivazione del fondo integrativo salariale per i dipendenti della nota istituzione culturale matuziana.

I motivi di questa scelta aziendale sarebbero legati in primis alla mancanza di spazi dove potersi esibire. Infatti, stando a quanto conferma il presidente Emanueli, il casinò avrebbe risposto picche all’istanza proveniente dall’orchestra per l’organizzazione di alcuni concerti da tenere nella sala del Teatro dell’Opera da inserire nel programma autunnale. A quanto si apprende, la casa da gioco municipale – che ha di fatto rappresentato la sede della Sinfonica in questi anni – ha ridotto al minimo l’uso del teatro in riferimento alle normative covid, con i posti a sedere che sono stati ridotti a 84, un quinto della capienza massima. Ciò nonostante, se di abbonati si potesse ancora parlare e visto l’andazzo è tutto da vedere, gli affezionati dovranno rinunciare con tutta probabilità alla stagione autunnale, pilastro del calendario culturale della Città dei Fiori.

Quel che è certo è che sindacati e professori d’orchestra sono già sul piede di guerra. Non ci stanno, dopo l’ultimo, sostanzioso, contributo che la Fondazione ha ricevuto dal Comune, a non esibirsi, tornando a stipendio ancora una volta drasticamente ridotto, dopo anni passati in contratto di solidarietà.

«L’ultimo contributo concesso dal Comune di circa 1,4 milioni di euro è servito a ripianare solo una parte dei debiti. Commenta il presidente del Cda Emanueli. Il nostro piano aziendale prevede il rientro di altre passività, in particolare quelle relative alle ritenute d’acconto non versate per gli anni dal 2015 al 2018. L’obiettivo è rispettarlo. Abbiamo provato a chiedere la disponibilità del teatro del casinò ma ci è stata negata, così come non abbiamo trovato disponibilità nelle chiese dove in passato si è svolta la stagione autunnale. Stante l’impossibilità di avere una sede in cui esibirsi, stiamo valutando con i sindacati l’applicazione del Fis».

E così, oltre alla stagione autunnale della Sinfonica, le nuove direttive imposte dal management del casinò andranno a colpire anche gli altri appuntamenti culturali sanremesi. Cancellati i Martedì Letterali, così come i concerti in programma dell’associazione Musica Santa Tecla. Spiega il presidente del Cda Adriano Battistotti: «Relativamente al teatro abbiamo ritenuto per tutto il mese di ottobre e fino all’uscita di un nuovo Dpcm, di ridurne il più possibile l’uso. Non è escluso che perdurando l’attuale situazione, sempre per esigenze legate alla tutela e alla salvaguardia del nostro core business, il gioco, queste misure vengano estese fino alla fine dell’anno».

Se nelle prossime ore è previsto un confronto tra Fondazione Sinfonica e sindacati che si preannuncia piuttosto acceso, c’è già chi da dentro l’orchestra denuncia: «Se continua così andremo a chiedere aiuto ai Servizi Sociali perché campare una famiglia con uno stipendio che raramente viene corrisposto per intero è cosa ardua e difficile da farsi».

Il Fis dovrebbe essere attivato per i mesi di ottobre fino ai primi di dicembre quando è previsto l’ingresso della Sinfonica nella nuova sede del Palafiori.

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