Rina, la tigre di Gondar e la casa chiusa in vico Lepre: Laura Guglielmi porta le “Incredibili curiosità su Genova” a Sanremo
Oggi alle 18.30 la presentazione del libro all’ex chiesa di Santa Brigida per la rassegna “Magicamente…la Pigna!”
Sanremo. «Immaginiamo una studentessa ventenne, che vive in un carruggio nascosto del centro storico, nella seconda metà degli anni Ottanta del Novecento. A pochi passi da via Garibaldi, Strada Nuova, con i suoi palazzi un po’ cadenti, non ancora rimessi a nuovo, non ancora patrimonio Unesco. Vico Angeli corre giù in discesa, fa angolo con Palazzo Rosso, non c’è nessun negozio, in strada solo loro, le puttane. Lucia, la capa del vicolo, sta sempre in strada, dirige il traffico, ha tante ragazze negli appartamenti all’interno dello stabile da lei governato con un piglio da marescialla. Per ogni prestazione chiede cinquantamila lire, venticinquemila per le ragazze e venticinquemila per sé, che servono anche per la manutenzione degli appartamenti e tante altre piccole cose, come pagare Oscar che vigila pronto a scattare in caso di pericolo».
Inizia così Rina, la tigre di Gondar e la sua casa chiusa in vico Lepre, una delle 80 storie che si possono leggere nell’ultimo libro di Laura Guglielmi, Incredibili curiosità su Genova edito da Newton Compton. Un volo di uccello su più di mille anni di storia della Superba dove nobili, borghesi, popolani ma anche marinai, poeti, comici e cantautori che nel corso dei secoli a Genova hanno vissuto o vi sono capitati trovano uno spazio tutto loro.
Il volume sarà presentato oggi alle 18.30 nella ex chiesa di Santa Brigida a conclusione della rassegna “Magicamente…la Pigna!” promossa dal civ La Pigna antico borgo, e si prospetta regalerà una serata frizzante. Come frizzante e ironica è la lettura delle sue pagine.
Racconta Guglielmi: «Ho percorso ininterrottamente per otto mesi le strade impervie di Genova, sono entrata nelle sue chiese monumentali, con i portali affacciati su vicoli tanto stretti che ti manca il fiato. Ho perlustrato per mesi biblioteche, i tanti libri che ho in casa, internet. E ne è venuta fuori questa creatura, che è anche briosa, dove Genova viene vista con un occhio partecipe ma non partigiano. Il pregio di questo libro è che ho cercato di rendere attuale ogni singola storia senza mai fare paragoni con la contemporaneità. Appena c’era una piccola occasione, scappavo all’estero, in altri continenti. Sono andata in Argentina, Uruguay, California. Ho cercato di tessere un racconto corale portando Genova in giro per il mondo. Quando ho trovato qualcosa da criticare, l’ho fatto senza mezzi termini».
E senza mezzi termini, la scrittrice e giornalista ligure avrebbe voluto criticare il nome del nuovo ponte di quel gigante che è Renzo Piano. «Io non lo avrei chiamato San Giorgio – confida –. Questo nome ricorda antiche crociate,guerre. Avrei preferito “Piano”, come l’architetto che l’ha costruito, un nome in sintonia con la nostra contemporaneità, dove tutti dobbiamo andare con più lentezza. Questo purtroppo non l’ho potuto scrivere, il libro è stato pubblicato prima dell’inaugurazione».
In ciascuna delle storie che ripercorre, Guglielmi trova qualcosa per cui meravigliarsi. «Una cosa che già sapevo e che non finisce mai di stupirmi è come i genovesi si siano sempre fatti guerra tra loro, le famiglie le une contro le altre armate. Ciò nonostante la Superba è riuscita a diventare così ricca e potente, da essere stata in certi momenti più strategica dell’Inghilterra, della Spagna o della Francia. E questa è una cosa che sanno in pochi davvero. Il mar Nero nel medioevo era chiamato lago genovese. Non è un caso che la Lanterna, simbolo della città, sia il faro più alto del Mediterraneo».
E se le storie più «incredibili» ricordano le imprese di Guglielmo Embriaco in Terra Santa, la famosa congiura dei Fieschi, o ancora Balilla e la rivolta antiaustriaca del 1746, senza dimenticare il Risorgimento, Mazzini e poi la lotta partigiana, ce ne sono delle altre, forse più romantiche, ma non meno eccezionali, che sono dedicate alle donne, come quella citata in apertura di articolo. «Sono molto interessata a recuperare le storie delle donne – dice la storica direttrice di Mentelocale –. Ad esempio, la storia di Bianca Rebizzo, una donna dell’Ottocento, sposa a Lazzaro Rebizzo che si innamora dell’armatore Raffaele Rubattino. Un amore extraconiugale, nato a seguito delle numerose amicizie femminili del marito, che li portò a vivere tutti e tre nella stessa casa e senza sollevare critiche e pettegolezzi da parte dei concittadini. Hanno vissuto insieme finché morte non li ha separati, anzi, neppure questa ci è riuscita perché sono sepolti uno di fianco all’altro nel cimitero di Staglieno. Una storia che dimostra la grande apertura di alcuni genovesi in un’epoca conservatrice come quella ottocentesca».
«Lo stesso – prosegue – si può dire per la storia di Lady Constance, la moglie di Oscar Wilde, anche lei sepolta a Genova. Una storia struggente e incredibile insieme. Wilde per la sua omosessualità non solo fu condannato ai lavori forzati ma perse anche la possibilità di vedere i due figli avuti da Constance, la quale, per fuggire a quella drammatica situazione, si rifugiò in Liguria. Qui morì a causa di un’operazione alle ovaie condotta da un chirurgo genovese. Quando Wilde venne a visitare la sua tomba confessò che avrebbe voluto darle un ultimo bacio».
Perché Genova non è solo l’incommensurabile Repubblica che ha sparso le sue colonie in tutto il Mediterraneo arrivando fino alle Americhe. Genova è anche queste piccole storie che si nascondono in un angolo.
Tra le tante, però, non ce n’è nessuna che ricorda Sanremo, città natale della Guglielmi (seppur lei, irrefrenabile viaggiatrice, si dice «cittadina del mondo»). «Nei secoli tra Genova e Sanremo non è mai corso buon sangue: i genovesi hanno costruito il Forte di Santa Tecla con le feritoie rivolte verso la città perché serviva per tenere a bada i sanremesi ribelli. E non per difendere la città dalle minacce che venivano dal mare, proprio come il Forte Priamar a Savona. Sto già pensando di scrivere un libro su Sanremo, mio padre Gino Guglielmi, storico segretario della Famja Sanremasca, nei decenni ha costruito un archivio spropositato di documenti, libri, fotografie: lì potrei pescare da lì con lo stesso spirito giocoso entrando anche dentro i problemi vivi della vita sanremese. Prometto che lo scriverò!», conclude.
(Foto: profilo Facebook Laura Guglielmi)