Il commento

Rivieracqua, la riflessione della candidata di Fratelli d’Italia Serafini sulle partecipate e sulla pianificazione strategica del territorio

«Il caso rappresenta bene il paradosso di una sovrastruttura ridondante poco efficiente rispetto ai bisogni e alle esigenze dei Comuni (avere l'acqua), a fronte di costi a cui non corrispondono, allo stato attuale, particolari risultati misurabili»

Sara Serafini

Imperia. «Giorgia Meloni proprio venerdì ha affrontato l’argomento delle partecipate – afferma la candidata di Fratelli d’Italia Sara Serafini, sottolineando come sia già da tempo necessaria una programmazione strategica congiunta, tra istituzioni nazionali, locali ed europee e portatori di interessi e rappresentanti del territorio, per evitare che enti anacronistici dotati di diritti ibridi, blocchino lo sviluppo. Il caso di Rivieracqua rappresenta bene il paradosso di una sovrastruttura ridondante poco efficiente rispetto ai bisogni e alle esigenze dei Comuni (avere l’acqua), a fronte di costi a cui non corrispondono, allo stato attuale, particolari risultati misurabili.

Ricordo comunque per gli smemorati – anche quelli non di Collegno – che il Comune di Imperia alla costituzione dell’ATO idrico provinciale non era rappresentata da nessun sindaco di centro destra, ma dal Commissario Prefettizio. Vi ricordate tutti vero chi ha fatto arrivare il Commissario Prefettizio? Io mi ricordo molto bene la scena dei consiglieri comunali che si dimettono tutti insieme l’11 maggio 2012, su input delle segreterie politiche di allora».

«Uno dei motivi principali per cui sostengo la candidatura del presidente Giovanni Toti – prosegue Serafini– è che insieme alla sua Giunta e ai territori, con doti non comuni di leadership, ha saputo innovare la gestione compartecipata, anche con scontri, ma cercando di garantire il confronto e il dibattito, dando la speranza e la prova che non solo sia possibile immaginare e fare le cose in modo diverso in politica, ma anche di costruirle, giorno per giorno, per arrivare a risultati evidenti e con ricadute per la comunità».

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