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Ridotto il numero delle telefonate concesse. Scatta la protesta dei detenuti del carcere imperiese

16 settembre 2020 | 07:59
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Ridotto il numero delle telefonate concesse. Scatta la protesta dei detenuti del carcere imperiese

E’ successo ieri

Imperia. Protesta pacifica di buona parte dei detenuti del carcere cittadino. La causa sarebbe da ricercare in una riduzione delle telefonate così come previsto dall’ordinamento penitenziario.

Durante l’emergenza Covid erano state concesse in aggiunta a quelle di norma previste atte a favorire i colloqui sia telefonici che visivi a distanza, anche con l’utilizzo di Skype e whatsapp.

«Purtroppo come segnalato si legge in una nota del Sappesia a livello nazionale che a livello regionale e locale e visti gli accadimenti drammatici durante l emergenza sanitaria, la situazione delle carceri è esplosiva, gli istituti nazionali e soprattutto quelli liguri sono una polveriera, in quanto sovraffollati e tra questi spicca l’ istituto di Imperia risultato nel precedente mese sprovvisto di posti letto, tutto ciò fa sì che ci sia un aumento di eventi critici anche gravi ed in costante aumento, vedasi i fatti di pochi giorni fa accaduti nel carcere di Sanremo dove due agenti sono stati feriti da un detenuto. A questo si aggiunge che il personale di polizia che si trova ha fronteggiare l’evento critico a Imperia risulta essere sempre più ridotto».

«Come ci era stato facile pronosticare, si allarga la protesta dei detenuti in molti istituti penitenziari. Dalle 21.50 circa di ieri per circa un’ora, una rumorosissima protesta con la battitura delle stoviglie è cominciata nel carcere di Imperia. In Liguria tra gli istituti penitenziari di Imperia e Sanremo, rischiamo il default ed è arrivata la manifestazione a suon di decibel anche ad Imperia»Fabio Pagani, segretario regionale della UIL PA Penitenziari, fornisce il quadro aggiornato della protesta posta in essere dai detenuti per denunciare le condizioni di detenzione ma con motivazioni da brividi. «Sembra che i detenuti non abbiano digerito l’ordine del Direttore di adeguare le telefonate all’Ordinamento Penitenziario, ovvero 1 a settimana in un carcere che vanta un sovraffollamento “esagerato” di 100 detenuti presenti su una capienza di 69» commenta il sindacalista della UIL.

«La protesta – aggiunge il sindacalista della UIL – è durata circa un’ora si è conclusa con l’arrivo del Comandante che in qualche modo è riuscita a placare gli animi, ma temiamo altre proteste, considerato che la tensione è altissima soprattutto nei due istituti di Sanremo ( vedi grave aggressione a tre agenti ) e Imperia».

Sottolinea Pagani: «E’ un momento difficile, delicato e di particolare tensione. Ognuno deve agire con responsabilità, senza alimentare ulteriori pulsioni che potrebbero sfuggire al controllo. Se da un lato i detenuti, legittimamente, protestano contro la deriva di inefficienza e di inciviltà del sistema penitenziario dall’altro anche il personale ha i suoi buoni motivi per dar sfogo alla propria rabbia e frustrazione. E se il livello delle proteste e del confronto si alza, lo si deve esclusivamente all’insensibilità del ministro Bonafede che resta silente ed immobile e del Governo che continua a far di niente per deflazionare le criticità».

«Ovviamente – conclude Pagani – non è solo il sovraffollamento a preoccuparci. Bisogna fare il punto sulla situazione degli organici, sulle dotazioni di automezzi e tecnologie, sulle organizzazioni del lavoro ma soprattutto occorre trovare una soluzione ai mancati pagamenti delle spettanze economiche relative alle missioni e agli straordinari. Su questo siamo pronti a mettere in campo le più dure forme di protesta e trascinare, come abbiamo già fatto, l’Amministrazione Penitenziaria in Tribunale».