Regionali, parla Marco Scajola: «A Imperia trattato male, non lo meritavo. Ma gli elettori hanno fatto giustizia»
Record di preferenze personali e netta affermazione di Cambiamo, il movimento arancione si organizzerà sul territorio
Imperia. «Nella mia mia città tutta l’amministrazione comunale sosteneva un altro candidato della stessa coalizione. Nonostante tensioni e qualche dispetto e fossi diventato il bersaglio di taluni, gli elettori non si sono fatti condizionare ma hanno scelto il nuovo, un modo diverso di fare politica». Marco Scajola neo eletto consigliere regionale con il record di quasi 8mila preferenze personali a livello regionale, non si lascia scappare l’occasione di rispondere per le rime alla «poderosamacchina da guerra» messa in piedi dallo zio Claudio Scajola e dalla sua amministrazione che, invece, sosteneva Luigi Sappa, bocciato dall’esito delle urne.
«Gli elettori di Imperia – prosegue Marco Scajola – non si sono fatti condizionare dalle telefonate ricevute, dai continui endorsement fatti uscire sui media talvolta in maniera fuorviante e provocatoria. Ma non nutro desideri di vendetta, non porto rancore. Certo, mi sono sentito più attaccato dai miei “alleati” che dai miei avversari ma non ho mai risposto. La politica e la più nobile delle arti. Finché avrò energia continuerò a stare in questo mondo. Bisogna abbassare i toni e tornare a una politica seria».
Per quanto riguarda il “toto giunta” Marco Scajola, assessore all’Urbanistica uscente ha rimesso la sua disponibilità nelle mani del governatore Giovanni Toti. A proposito dell’invito espresso da Toti ai nuovi assessori di dimettersi da consiglieri ha detto: «Auspico che anche gli esponenti degli altri partiti facciano altrettanto».
«A mio zio Claudio voglio bene, non auguro nulla di negativo a nessuno e nemmeno a lui. Sono soddisfatto del risultato avendo avuto contro di me una straordinaria forza ma i cittadini hanno scelto. Gli auguro di fare bene il sindaco, ma anche io ho fatto tanto per questa città da assessore regionale. Non so se qualcuno direbbe le stesse cose a ruoli invertiti», ha concluso Marco Scajola.