L'analisi

Regionali 2020, il grido di sconfitta di Chiappori: «Liguri “CRAVE”»

Ha corso da solo con "Grande Liguria" restando fuori dal consiglio regionale

Diano Marina. «In una Regione che dal 2015 ad oggi si è inabissata sotto i colpi della crisi economica e sanitaria, con autostrade da terzo mondo, i liguri hanno premiato con una votazione a valanga chi li ha portati alla disperazione». E’ il commento a caldo della tornata elettorale appena conclusasi, dello sconfitto Giacomo Chiappori, sindaco di Diano Marina, che dopo anni di militanza nella Lega ha voluto correre da solo con la sua “Grande Liguria”, sfidando un partito nel quale non si riconosceva più, che sosteneva la coalizione del riconfermato presidente Giovanni Toti.

«Basta pensare alla devastazione della sanità regionale, di cui tutti si lamentano, per capire che il voto alla Giunta in carica è un atto di totale masochismo di un popolo intero, che pare aver deciso di auto estinguersi premiando chi lo sta flagellando», aggiunge Chiappori, che intravede però una “nota positiva”, «l’unica di una tornata elettorale che ridurrà la Liguria in polvere tra 5 anni: è la prepotente crescita del fronte autonomista».

«Il progetto della rete di tutti gli autonomisti è partito con le europee del 2019 con la lista per le Autonomie che raccolse meno di 900 voti in tutta la Liguria – dichiara – Ora il movimento degli autonomisti ha raccolto tra i 3500 ed i 4000 voti. Uno squarcio di luce nelle fitte tenebre del clientelismo e del nulla più becero che hanno avvolto la nostra Terra. Tra poco inizierà la stagione dei congressi e delle assemblee in vista delle amministrative del 2021. La traversata del deserto è iniziata». 

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