Parla Jana, l’artista condannata a lasciare la sua casa a Bussana Vecchia dopo 52 anni
«Mi sono subito innamorata di questo posto e ho capito che sarebbe stata qui la mia casa».
Bussana Vecchia. Occhi verdi come le foglie bagnate dalla pioggia, e un viso che nonostante il tempo passato, resta quello della ragazzina che cinquantadue anni fa ha visto per la prima volta Bussana Vecchia, quando ancora era solo macerie. Jana Mazurova, 68 anni, originaria di Praga in Repubblica Ceca, è la prima artista ad aver ricevuto una sentenza che la condanna a lasciare, entro cinque mesi, l’immobile dove vive dal 1968. «E’ stato mio marito a farmi conoscere Bussana – racconta – Mi sono subito innamorata di questo posto e ho capito che sarebbe stata qui la mia casa».
Quando è arrivata, Bussana era un cumulo di macerie: quelle lasciate dal terremoto del 1887, che distrusse completamente il borgo lasciandolo disabitato. «Non c’era nulla», racconta la donna, che prima di stabilirsi a Bussana aveva vissuto in Germania, nel Nord Europa e poi in Italia, in Sardegna. «Abbiamo cominciato piano piano a sgomberare le strade, a rendere tutto accessibile: un lavoro che è durato anni – dice – Non c’era l’acqua, né la corrente elettrica, però ci faceva piacere recuperare queste case, vedere cosa c’era sotto le macerie, vivere qui. Era bellissimo».
Lei, che realizza gioielli in argento, disegni e quadri, ha costruito una casa insieme al marito, recentemente scomparso: un chimico che ha utilizzato le sue conoscenze per realizzare candele che sembrano minerali. Commentando la sentenza, dice: «E’ una grossa ingiustizia, e lo pensano anche tutti quelli che ci conoscono, che vengono nelle botteghe e visitano Bussana. Tutti dicono che è ingiusto, che bisognerebbe dialogare, che tutto questo, da parte del Demanio è molto crudele».
La donna ha preannunciato che farà ricorso. «Andrò avanti finché potrò – dice – Speriamo che qualcuno ci aiuti». Lasciare Bussana, per Jana Mazurova, sarebbe un dramma: «Una cosa brutta, veramente brutta. E’ qui che si è svolta la mia vita. E Bussana tornerebbe ad essere un borgo fantasma».