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‘Ndrangheta, dal traffico di droga a quello di armi: ecco come Carmelo Sgrò favoriva la latitanza di Filippo Morgante

15 settembre 2020 | 15:59
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Contanti e documenti falsi: da Sanremo accompagnava il mafioso anche a riunioni segrete a Borghetto Santo Spirito

Genova. Non solo traffico di droga e di armi, tra cui armi d’assalto come Kalashnikov e Skorpion, ma anche favoreggiamento della latitanza di un mafioso. Carmelo Sgrò, 38 anni, originario di Oppido Mamertina (Reggio Calabria) e residente a Sanremo, è accusato di aver aiutato Filippo Morgante, 50 anni, esponente di spicco della cosca Gallico tanto da far parte del ‘braccio armato’, a fuggire a una condanna a 18 anni di reclusione per associazione di tipo mafioso, minaccia, detenzione di armi clandestine e associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.

Sgrò, in particolare, è accusato di aver accolto Morgante ad Arma di Taggia e di avergli poi procurato un’abitazione in una località in Francia rimasta sconosciuta. Qui il latitante si è nascosto per una ventina di giorni prima di trasferirsi in un comune di provincia di Bergamo. Successivamente, in un periodo compreso tra il 17 ottobre 2017 e il 21 ottobre 2018, Carmelo Sgrò ha aiutato Morgante a spostarsi in un’altra abitazione in una località non ancora accertata. Per rendere più facile la sua latitanza, gli ha anche procurato documenti d’identità falsi formati all’estero.

E non è tutto, da quanto emerge nelle carte dell’indagine Ponente Forever, durante la latitanza Sgrò ha accompagnato Morgante a riunioni segrete che si svolgevano nel comune di Borghetto Santo Spirito.