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Legambiente Liguria: «Recovery Fund si investa su rigenerazione urbana, infrastrutture verdi, città ed entroterra»

4 settembre 2020 | 15:29
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Legambiente Liguria: «Recovery Fund si investa su rigenerazione urbana, infrastrutture verdi, città ed entroterra»

«La sicurezza delle nostre città, dei nostri borghi marinari e dell’entroterra potrà essere garantita se i progetti collegati ai finanziamenti saranno strettamente intrecciati nell’affrontare l’emergenza climatica e la decarbonizzazione dell’economia»

Genova. «Un’occasione persa». Con queste parole Santo Grammatico, presidente di Legambiente Liguria commenta quanto annunciato da Comune e Regione in merito alle opere che andranno finanziate con i soldi del Recovery Fund.

«Non nascondiamo la nostra delusione – dichiara Grammatico – nel futuro della nostra Regione pensiamo sia prioritario puntare su politiche per l’adattamento e mitigazione del cambiamento climatico, protezione del territorio, azzeramento del consumo di suolo, investendo nella produzione di energia da fonti rinnovabili, con interventi nelle città capoluogo, nei borghi lungo la costa e nei piccoli comuni dell’entroterra, in modo virtuoso e innovativo. Tutto questo non sembra esserci nel programma ad oggi annunciato da Comune e Regione».

Le considerazioni di Grammatico prendono in esame i dati pubblicati nell’ultimo dossier di Legambiente Ecosistema Urbano, uno studio basato su diciotto indicatori ambientali principali, che valuta oltre trentamila dati raccolti attraverso questionari inviati dall’associazione ai Comuni capoluogo, insieme ad altre informazioni provenienti da fonti statistiche e ricerche, pubblicato da ventisei anni in collaborazione con l’Istituto di ricerche Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore. Dal dossier, presentato a fine 2019, emerge come la Liguria non se la passi molto bene: Genova si trova al 73° posto, Imperia al 90° su 104 capoluoghi di provincia, vanno meglio La Spezia (21° posto) e Savona (39° posto). L’analisi comparata sugli ultimi sei anni vede per tutti e quattro i capoluoghi liguri un arretramento. Genova ha perso 24 posizioni, soprattutto a causa del pessimo dato di raccolta differenziata ancora sotto al 35%, per la qualità dell’aria, per il trasporto pubblico locale, che ogni anno perde passeggeri.

«Non si può che partire da questi dati per ripensare al futuro della Liguria – continua Grammatico – La nostra Regione dovrebbe puntare sui “lavori verdi”, che oltre a contribuire a salvaguardare l’ambiente rappresentano un’opportunità di formazione e crescita ed inclusione visto che in molti casi non prevedono una approfondita specializzazione con lunghi percorsi di studi. Riteniamo prioritario puntare sui nostri parchi che andrebbero valorizzati e considerati motori di sviluppo sostenibile e invece in questi anni abbiamo visto solo continui tagli ai loro bilanci economici, alle loro superfici protette e abbiamo dovuto lottare per fermare un Piano Casa invasivo e sbagliato. Ribadiamo la nostra proposta di fare diventare il Parco di Portofino da regionale a nazionale e trasformare il Parco naturale regionale di Montemarcello Magra Vara in Parco interregionale nazionale, entrambe le opere sarebbero certamente una grande opportunità per lo sviluppo del territorio».

Per quanto riguarda le infrastrutture il presidente di Legambiente sottolinea come la Regione sia satura di cemento e sia necessario impostare al più presto una riflessione se vogliamo superare le quotidiane emergenze dovute a frane, alluvioni, code autostradali, inquinamento, in sintesi, una “mobilità insostenibile”.

«Ci sono alcune opere che Regione e Comune hanno inserito e che ci vedono d’accordo – spiega Grammatico – si tratta del raddoppio della ferrovia pontremolese e il raddoppio dei binari verso il confine francese, al contrario riteniamo profondamente sbagliata la scelta dello Skytram sulla Valbisagno per la mobilità dei cittadini, così come la preferenza del filobus rispetto al tram. La sicurezza delle nostre città dei nostri borghi marinari e dell’entroterra potrà essere garantita se i progetti collegati ai finanziamenti del Recovery Fund saranno strettamente intrecciati nell’affrontare l’emergenza climatica e la decarbonizzazione dell’economia».