Il prefetto Intini: «A Ventimiglia nessuna emergenza migranti, pochi arrivi e quasi tutti regolari»

25 settembre 2020 | 14:07
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La massima autorità di pubblica sicurezza provinciale zittisce chi specula sulla pelle degli immigrati

Imperia. «Non si può parlare di emergenza. A Ventimiglia, non c’è stata in tutta l’estate. Poi  se qualcuno lo vuol dire perché ha motivo di gridare  “al lupo al lupo” lo faccia».

Il prefetto Alberto Intini, a margine del vertice di stamattina nella sede della Prefettura sull’emergenza migranti a Ventimiglia, non le manda a dire a chi avrebbe soffiato sul fuoco delle polemiche sulle conseguenze della chiusura del parco Roja, senza dirlo ma si intende, per scopi elettorali.

«Io penso che chiunque – dice Intini –  sia cittadini che operatori dell’informazione, come io e le forze di polizia sul territorio che mi hanno rappresentato report quotidiani, possa dire che la situazione a Ventimiglia nell’estate è stata costante. Lo stesso sindaco Gaetano Scullino lo ha riconosciuto. La chiusura di campo Roja che di fatto c’è da marzo, quando è entrato in quarantena, poi sono stati impediti ingressi ulteriori fino a luglio. Poi quando il numero si è ridotto la Croce Rossa ha chiuso. Nonostante questa chiusura la presenza della città di Ventimiglia è rimasta costante, parliamo di numeri di qualche decina. Un numero costante di arrivi, dunque, tra i 70 e i 120, analogo è stato il numero di respingimenti alla frontiera. Numeri che sono inferiori rispetto al 2018 e 2019. C’è questa presenza che è fisiologica in una città di confine, si vuole, però, con questo protocollo fornire un servizio di assistenza, evitare che i  migranti che girino per la città e abbiamo un ricovero. Per il il 70 per cento si tratta, poi, di immigrati regolari».

«Sarà necessario stendere un protocollo firmato dal direttore del Dipartimento libertà civili e immigrazione del ministero, da me come prefetto di Imperia e dalle autorità locali, Regioni, Provincia e comune di Ventimiglia al fine di  dare il via a una gara ad evidenza pubblica per l’apertura nella zona di un centro di immigrazione e transito, che consenta di individuare i migranti e ne valuti la posizione giuridica e li possa indirizzare nei centri di accoglienza della provincia o di altre province. Oggi ci sono stati dei concreti passi avanti, sarà individuato un gestore disponibile ad aprire un centro piccolo, dove ci possa essere questo movimento di migranti», conclude Alberto Intini.