Dolceacqua, la denuncia di una ristoratrice: «Costretti ad allontanare clienti con la febbre, che poi entrano altrove»

La richiesta al sindaco: «Emetta un’ordinanza che obblighi i titolari dei locali pubblici a misurare febbre e prendere nominativi dei clienti»
Dolceacqua. Diversi avventori allontanati da un ristorante, perché con temperatura superiore ai 37 gradi e mezzo, che poi vengono fatti accomodare in altri locali. E’ quanto “denunciato” da Barbara Lombardo, che a Dolceacqua è sia consigliere comunale di opposizione che ristoratrice.
«In media sono sei o sette le persone, soprattutto francesi, che ogni giorno siamo costretti ad allontanare dal ristorante perché hanno la febbre superiore ai 37 gradi e mezzo – dice la donna -. A volte hanno la febbre anche 38 gradi. Ma se poi entrano in un altro locale, che non segue le stesse misure di sicurezza, c’è il rischio che esploda un focolaio a Dolceacqua. Pertanto chiediamo al sindaco di emettere un’ordinanza che obbliga i titolari dei locali pubblici a misurare febbre e prendere nominativi dei clienti».
In val Nervia, così come nel resto della Riviera di Ponente, i ristoranti lavorano soprattutto con la clientela francese. E in Francia, specie nella vicina Costa Azzurra, ma anche in altre aree del paese, la situazione dal punto di vista dei contagi da Coronavirus, è tutto fuorché confortante, con oltre 16mila casi registrati nelle ultime 24 ore.
«Meglio allontanare qualche cliente che chiudere per due settimane – dichiara Lombardo -. Ma se io allontano un cliente, che poi si presenta in un altro locale e viene accolto, il rischio è che il focolaio esploda lo stesso». Questo il motivo dell’appello al sindaco di emanare un’ordinanza.
«L’obbligo di registrare i clienti e di chiedere loro un contatto telefonico è già previsto dal Dpcm del Ministero dalla riapertura delle attività di ristorazione dopo il Lockdown – ha risposto il sindaco Fulvio Gazzola -. La misurazione della febbre non è invece normata e dalle indicazioni che abbiamo e che stiamo nuovamente verificando con Anci, un’ordinanza di obbligo risulterebbe illegittima. Tuttavia nei primi giorni di agosto ho contattato personalmente i ristoranti del paese ai quali ho chiesto di misurare la temperatura a tutti i clienti, quale garanzia e tutela sia degli stessi che dei dipendenti, e molti si sono resi disponibili.Sicuramente nell’ultimo periodo c’è stato da parte di molti un allentamento dei controlli, anche per quanto riguarda il mantenimento delle regole imposte del Dpcm, tra le quali l’osservanza delle distanze tra i tavoli e tra gli ospiti allo stesso tavolo, e non vorremmo invece che l’aver ottenuto gratuitamente un allargamento dei dehor sia oggi sfruttato per un mero incremento dei posti a sedere e non per mantenere il numero degli stessi con maggiore distanza». E ancora: «Ed in tal senso effettueremo quindi dei controlli. L’Amministrazione Comunale è sempre attenta a verificare situazioni che potrebbero generare pericolo e ad individuare soluzioni. Ad esempio è intervenuta donando alla scuola i rilevatori di febbre per ciascuna classe e mettendone a disposizione uno per il trasporto scolastico. Se le norme ci consentiranno ulteriori misure a tutela delle persone, esse saranno sicuramente applicate».