Ventimiglia, cane trovato morto strozzato sulla riva del Roja. Proprietario denunciato per maltrattamenti e uccisione di animale

17 agosto 2020 | 08:52
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Ventimiglia, cane trovato morto strozzato sulla riva del Roja. Proprietario denunciato per maltrattamenti e uccisione di animale

Assetato e disidratato, cercava di rinfrescarsi nelle acque del fiume

Ventimiglia. Un cane di razza Rottweiler è stato trovato morto strozzato alla corda stretta intorno al collo con il quale era legato sulle rive del fiume Roja in località Roverino. A diffondere la notizia è l’associazione di volontariato Arkus.
Il fatto è accaduto l’11 luglio scorso, ma solo oggi, al termine della delicata indagine dei carabinieri forestali di Ventimiglia, se ne viene a conoscenza. Gli uomini, guidati dal brigadiere capo Paolo Sciutti hanno denunciato il proprietario del povero cane per maltrattamento e uccisione di animale.

I fatti. L’11 luglio 2020 i carabinieri forestali di Ventimiglia raccolgono la segnalazione di un cane rottweiler trovato morto, probabilmente da giorni visto lo stato in cui si trovava il povero animale. Il cane era legato ad una corda a strozzo sotto un riparo di fortuna costruito su uno dei terreni in località Roverino lungo la riva del fiume Roja. Il caldo insopportabile di questo periodo, l’assenza assoluta di acqua, il miraggio del fiume proprio davanti a lui, hanno portato l’animale disperato a cercare di liberarsi con tutte le sue forze per poter bere e sopravvivere, ma la corda a cui era legato lo ha strozzato.

I carabinieri forestali si sono attivati immediatamente, facendo partire le indagini per risalire al proprietario e alle sue responsabilità. Intervenuta anche l’Asl 1 Imperiese che, recuperato il corpo del povero animale, ha provveduto a inviarlo all’Istituto Zooprofilattico per la necessaria autopsia, che ha confermato l’orribile morte dell’animale: forte stato di disidratazione e soffocamento dalla corda a strozzo con quel che segue.

«Ora, abbiamo voluto descrivere lo stretto necessario del fatto perché l’impegno di ARKUS e’ anche quello di sensibilizzare la gente, metterla davanti al dovere di difendere gli animali – dichiara l’associazione -. Non è facile difendere quelli selvatici, forse questa sensibilità non è ancora sentita in tutta la sua importanza. Ma gli animali da compagnia, come cani e gatti, non sono degli estranei, sono parte della famiglia e non basta guardare nel proprio orticello per “non avere rogne”. Se avessimo più coraggio ed ascoltassimo maggiormente la nostra coscienza, molti cani o gatti verrebbero salvati dalla barbarie, dall’egoismo e dalle frustrazioni dei loro stessi padroni».

L’importanza di denunciare. «Se non si ha possibilità di intervenire personalmente, anche per una naturale ed umana paura (comprendiamo che i tempi che corrono e le possibili reazioni non stimolano al coraggio ad oltranza ), dobbiamo chiedere aiuto a coloro che sono preposti a farlo, (Carabinieri Forestali, Polizia dello Stato, Polizia Locale) – aggiunge Arkus – Coloro per i quali la riservatezza è il primo dovere per dare tranquillità al segnalante o denunciante. E bisogna farlo senza indugiare, dando loro la possibilità di intervenire subito, prima delle tragedie che troppo spesso si stanno verificando. Riferire i fatti ad un amico o far girare notizie vaghe su Facebook nella speranza che sia qualcun’altro ad agire per noi, significa far perdere quel tempo necessario forse a salvare un animale e in qualche modo rendersi un po’ responsabili di quello che potrebbe succedergli. Gli animali sono esseri senzienti che, oltre alla gioia all’amore per il padrone, provano anche dolore! Arkus ha trascorso anni a cercare di convincere la gente di questo. Riconosciamo che qualcosa e’ cambiato, che molte persone hanno recepito il messaggio. Ma c’è ancora molto lavoro da fare. Troppa indifferenza, troppa superficialità. Non basta scandalizzarsi nel leggere notizie come quelle degli ultimi giorni. Bisogna reagire, sapendo che abbiamo gli strumenti per farlo».

Il grazie. «Nel frattempo ringraziamo i carabinieri forestali di Ventimiglia per aver lavorato splendidamente per dare giustizia al povero Rottweiler. Speriamo che questa giustizia abbia la G maiuscola!», conclude l’associazione.