Un posto per liguri che se ne infischiano davvero. In Indonesia c’è il monte “Batu Belin”
Quante volte, il nome della località equatoriale in questione è stato usato come risposta da tanti della nostra regione, in sostituzione di “non me ne frega niente”, “non m’importa”
Sanremo. C’è un posto nel mondo sconosciuto ai più, che un ligure, in cerca dell’esotico caldo e selvaggio, dovrebbe visitare almeno una volta nella vita.
Arrivato lì potrà dire di poter infischiarsene, come non mai. Quell’angolo di natura incontaminata si trova tra l’Asia e L’Australia, in Indonesia nell’isola di Nord Sumatra ed è un monticello alto poco più di 300 metri dall’evocativo nome di Batu Belin.
Ecco, con tutto che anche nella lingua locale voglia dire “pietra belin”, ampliando così i già ampi scenari di battute pecorecce, il dialetto su cui bisogna focalizzarsi è, manco a dirlo, il ligure.
Quante volte, il nome della località equatoriale in questione è stato usato come risposta da tanti della nostra regione, in sostituzione di “non me ne frega niente”, “non m’importa” quanto altre espressioni molto più volgari, dove la parola per descrivere l’organo di riproduzione maschile, gergale o dialettale che sia, non è esattamente tra le più delicate da pronunciare.
Lo stesso, e non si parla per difesa della liguritudine, non si può dire per la parola “belin”. Non risulta volgare ai più, anche perchè i più non la conoscono. E gli stessi che la conoscono (ovvero solo i liguri) non ne risultano urtati al sentirla e non si fanno problemi ad utilizzarla. E poi potranno sempre dire “batu belin” (non il monte eh).