Sanremo, pugno sulla scrivania del segretario comunale: vicesindaco minaccia nostro giornalista

25 agosto 2020 | 09:59
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Sanremo, pugno sulla scrivania del segretario comunale: vicesindaco minaccia nostro giornalista

Fatti accaduti nel parcheggio di Palazzo Bellevue il 19 agosto

Sanremo. «Non t’azzardare, io ti mangio la casa»E’ la minaccia proferita al giornalista di Riviera24 Jacopo Gugliotta dal vicesindaco di Sanremo, l’avvocato Alessandro Sindoni. Una “storiaccia”, quella accaduta al nostro collega, che non poteva essere taciuta, soprattutto a difesa di quel poco che ancora resta della libertà di stampa e dei tanti giornalisti, alle prime armi o di esperienza, che ogni giorno lavorano con professionalità e determinazione al solo scopo di informare il lettore.

Il giornalista “cane da guardia”, che vigila sulle azioni dei potenti a tutela della democrazia. Gli americani lo chiamavano, agli albori della nascita della stampa moderna, watchdog journalism: tradotto in italiano, appunto, con “cane da guardia”: il reporter che lavora per il diritto di libertà e informazione del cittadino. Un ruolo fondamentale per la democrazia di un paese che voglia chiamarsi civile. Un ruolo tutelato dalla costituzione italiana che alla libertà di stampa ha dedicato l’articolo 21.

Il rapporto stilato da Reporters Sans Frontière parla chiaro: l’Italia è alla posizione numero 41 su 180 paesi per libertà di stampa. A incidere sul dato non propriamente lusinghiero è, si legge, «il livello di violenza contro i giornalisti» che «continua a crescere». Una violenza non solo fisica, ma anche verbale, fatta di minacce, attacchi personali, tentativi di screditare i professionisti che lavorano in questo settore. E se da un lato, ai tempi dei social, fare giornalismo di qualità risulta sempre più difficile, dall’altro lo sforzo massimo che da direttore chiedo alla redazione è quello di tenere sempre in mente, come un faro, l’importanza del ruolo che ricoprono: al servizio dei cittadini, i quali, sempre e ad ogni costo, meritano di essere informati, di conoscere la verità sostanziale dei fatti, di ascoltare versioni anche contrastanti necessarie per la formazione di un pensiero critico. Il giornalista non è portatore di verità assolute, ma può contribuire a far instillare, nel lettore, quel dubbio che crea pensiero libero.

Anche nel piccolo di una provincia che conta poco più di 200mila abitanti, noi di Riviera24 a volte lavoriamo con estrema difficoltà. Anzi forse è proprio questo senso di vicinanza e prossimità, questa mentalità da paesini in cui tutti si conoscono, che rende più difficile il nostro lavoro. E’ il caso di quanto accaduto il 19 agosto al nostro collega Jacopo Gugliotta.

Venuto a conoscenza di un pugno sul tavolo del segretario comunale di Sanremo, scagliato dal vicesindaco Alessandro Sindoni, da buon giornalista è andato a fare il suo lavoro: verificare la notizia.
Jacopo Gugliotta si è recato a Palazzo Bellevue, per cercare di capire cosa fosse accaduto, il perché di un gesto impulsivo che, visti i protagonisti della vicenda, poteva nascondere un qualcosa di più. E proprio a Palazzo, il giornalista ha scoperto che il pugno era stato scagliato al termine di una discussione sorta in merito alla nomina di un dirigente comunale: una vicenda che dunque merita tutta la rilevanza pubblica che Riviera24, grazie al lavoro esemplare svolto dal collega, le ha dato. Ma questo “fondo” sui generis con il quale dialogo con voi, non è nato allo scopo di plaudire pubblicamente al collega, né di lodare il suo lavoro.

Purtroppo il suo scopo è, invece, quello di rendere pubblico ai lettori il gravissimo fatto accaduto subito dopo. Nel momento in cui, raccolte tutte le informazioni sul caso, il nostro Jacopo Gugliotta esce da palazzo e, nel parcheggio riservato ai dipendenti e ai consiglieri, incontra il vicesindaco Alessandro Sindoni. Il giornalista si avvicina all’amministratore comunale e lo informa dell’articolo che sta per scrivere e che lo riguarda in prima persona: ovvero il già citato diverbio culminato con un pugno che ha danneggiato la scrivania del segretario comunale. I toni di quella che doveva essere una discussione civilissima tra un giovane giornalista impegnato nel suo lavoro e un amministratore della cosa pubblica, prendono presto una piega imprevista dovuta al trattamento che il vicesindaco riserva al nostro collega.
Sindoni vuole sapere chi è la fonte, dice: «A questo punto mi devi dire chi te l’ha detto». Cosa non vera, come dovrebbe sapere essendo avvocato, in quanto le fonti sono tutelate dal segreto professionale. Ma non è tutto. Cerca di negare, e fin qui sarebbe comprensibile, di aver scagliato un pugno sul tavolo, salvo poi confermarlo di fronte all’evidenza dei fatti. Poi inizia a mettere in bocca al giornalista frasi mai pronunciate, per arrivare a una minaccia gravissima: «Non t’azzardare, io ti mangio la casa». E lo ripete, più volte. E quando Gugliotta gli dice: «Non minacciare», lui replica: «Io lo faccio, io ti mangio la casa». «Sei un ragazzo giovane, bravo, preparato– aggiunge – Non ti far mangiare la casa perché io vivo di quello».

Parole pesantissime soprattutto perché pronunciate da chi, oltre ad essere un professionista (che non dovrebbe, dunque, abusare della propria qualifica) ricopre un ruolo pubblico, grazie alla fiducia riposta in lui dai cittadini che lo hanno votato. I fatti sono accaduti lo scorso 19 agosto ma solo oggi li portiamo a vostra conoscenza. Ci abbiamo riflettuto, discusso, ci siamo confrontati in redazione. Non volevamo sembrare vittime del potere: non ci piace piangerci addosso e questo episodio non cambierà in nulla il nostro modo di lavorare. Anzi, ci ha reso più forti perché ancora più consapevoli della delicatezza e dell’importanza che il giornalismo ricopre.