Commemorati i 15 martiri di Sospel, torturati e uccisi dai tedeschi
Presenti autorità civili e militari, oltre a cittadini italiani e francesi
Sospel. Il 9 agosto 1944, pochi giorni prima dello sbarco in Provenza da parte degli Alleati, gli occupanti tedeschi circondarono in gran forza una formazione partigiana composta da giovani italiani e francesi che si trovava nella zona dell’Albarea, a ridosso del Grammondo. I 15 che non riuscirono a mettersi in salvo furono catturati e portati nella vicina Sospel. Erano: Michele Badino, Antonio Bazzocco, Adolphe Faldella, Oreste Fanti, Armando Ferraro, Sergio Franceschi, Pietro Gavini, Bruno La Rosa, Osvaldo Lorenzi, Luigi Martini, Bruno Pistone, Albert Quadretti, Marius Rostagni, Mario Tironi e Jean Tolosano (11 italiani, in maggioranza del ponente ligure e 4 francesi). Portati nella caserma Salel vennero selvaggiamente torturati per due giorni e tre notti. Le loro grida di dolore e i loro lamenti straziarono gli abitanti del paese. Il 12 agosto, al mattino i 15, praticamente già morti vennero fucilati.
Anche quest’anno, i martiri sono stati commemorati con molta partecipazione. Erano presenti, oltre al commosso pubblico, autorità civili e militari dei due Paesi. Non mancava il figlio del partigiano calabrese Bruno La Rosa, che solo all’età di 65 anni ha saputo che il padre non era semplicemente “morto in guerra”. Ha diretto la cerimonia il sindaco di Sospel, da poco rieletto, Jean-Mario Lorenzi.
Il comune di Ventimiglia è stato rappresentato da Andrea Spinosi, presidente del Consiglio, e quello di Olivetta San Michele da Remo Muratore. Erano presenti delegazioni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e degli Anciens combattants francesi. Per la Resistenza italiana e francese, ha parlato (nelle due lingue) lo scrittore ventimigliese Enzo Barnabà