Stefano Sciandra, giornalista e alpinista: l’ultima impresa dedicata al padre Romano vittima del Covid

26 luglio 2020 | 09:45
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Il recordam dei 4000 racconta le sue esperienze e come ha ricominciato a scalare dopo la pandemia. Obiettivo 50 vette

Sanremo. Il giornalista-alpinista Stefano Sciandra, recordman dei 4000 metri, ospite dei nostri studi per parlare della sua attività, della ripresa dell’alpinismo dopo la pandemia, di come sono cambiate anche in questo settore le regole e dell’ultima sua impresa:  la conquista del 46°4000 sul Massiccio del Rosa, con una dedica speciale all’amatissimo padre Romano scomparso ad aprile a causa del Covid-19 mentre si  trovava in una Casa di riposo.

«Ho voluto dedicare questa vetta al ricordo di mio papà rimasto  vittima di questo tragico destino mentre si trovava in una casa di riposo», conferma commosso Sciandra.

«Insieme al valdostano Roberto Bonin prosegue Stefano Sciandra –  lunedì 13 luglio sono salito sulla Nordend che è la seconda vetta del Massiccio del Monte Rosa che comprende 4 cime. La Nordend è 4.612 metri, una salita importante per me perché venivo da un lungo periodo di inaattività anche a causa di un infortunio. Quindi ero anche un po’ titubante ma alla fine è andato tutto per il meglio».

Una passione per l’alpinismo che il giornalista sportivo, per anni ha seguito il calcio giovanile e altri sport tra i quali la pallapugno per le pagine locali del Secolo XIX e alpinista Stefano Sciandra ha maturato in anni relativamente recenti.  «La passione per la montagna è insita in me fin da bambino perché frequentavo con la famiglia le località d villeggiatura montane. Poi l’incontro con l’alpinismo nel 2007 è nato quasi caso grazie in Valtournenche quasi per un gioco del destino. Avevo il mito di Marco Barmasse che tra l’altro è il papà di Hervé Barmasse uno degli alpinisti più forti del circuito a livello mondiale.  Il destino ci ha fatto incontrare per una salita normalissima e da lì è nato tutto il discorso che ha portato alla realizzazione di un sogno».

Sciandra racconta anche come è riuscito ad entrare nel “4000 Club”  che riunisce gli alpinisti che abbiano scalato almeno 30 degli 82 4000 ufficiali delle Alpi, fondato nel 1993 da Luciano Ratto e Franco Bianco.

La prossima sfida? «A inizio agosto vorrei provare il Bernina, meteo permettendo. Lo step successivo? Le 50 vette», conclude Stefano Sciandra.