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Sanremo, il vescovo Suetta celebra la santa messa solenne in onore di San Siro

8 luglio 2020 | 09:59
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Sanremo, il vescovo Suetta celebra la santa messa solenne in onore di San Siro
Sanremo, il vescovo Suetta celebra la santa messa solenne in onore di San Siro
Sanremo, il vescovo Suetta celebra la santa messa solenne in onore di San Siro
Sanremo, il vescovo Suetta celebra la santa messa solenne in onore di San Siro

La parrocchia ha reso solenne omaggio al proprio patrono

Sanremo. Si è celebrata ieri, 7 luglio, alle 21 nella basilica Concattedrale di Sanremo la Santa Messa solenne in onore di San Siro. A officiare il rito è stato il vescovo diocesano monsignor Antonio Suetta che durante l’omelia ha ricordato lo zelo nella fede e la cura pastorale del vescovo Siro (IV sec.) che evangelizzò la terra matuziana (sconfiggendo l’eresia ariana) indicandolo a modello affinché anche i fedeli d’oggi imparino a non cercare di piacere al mondo e di trovare facili consensi ma a seguire il Vangelo di Gesù nonostante derisioni o difficoltà.

Pur in versione “ridotta“, a causa delle rispettate misure di sicurezza (per cui non sono state organizzate la festa e la cena in piazza), la parrocchia ha così reso solenne omaggio al proprio patrono nonché titolare della basilica con una bella celebrazione cantata a cui hanno partecipato anche altri sacerdoti della città e i seminaristi.

Come tradizione, la Famija Sanremasca, ripetendo un gesto antichissimo, ha offerto un cesto di mescìe (fichi) al canonico mons. Alvise Lanteri, a ricordo delle decime che i sanremaschi versavano al capitolo della Colleggiata di San Siro per contribuire al mantenimento dei canonici e alle spese per le sacre funzioni (come ricorda una lapide all’interno della chiesa).

Al termine, è stata consegnata la targa “parrocchiano dell’anno” alla Caritas parrocchiale (nella persona del diacono Sergio Coletta) per la costante e amorevole attenzione verso i più poveri, anche nel lungo e imprevisto periodo di lockdown. Festeggiamenti al completo rinviati al prossimo anno, anche col “ fughettu de San Scì” e i giochi patronali.