Culle vuote, emergenza sanitaria e ospedale unico: intervista al primario di pediatria Riccardo Borea
Il calo progressivo delle nascite è stato aggravato dalla pandemia che ha portato a concentrare tutta l’attività a Imperia: banco di prova in previsione del nuovo nosocomio a Taggia
Imperia. L’inverno demografico che gela l’Italia delle culle vuote si fa sempre più rigido. Ancora una volta l’Istat ha confermato l’inesorabile calo delle nascite che da più di un decennio sta interessando il nostro Paese. Un quadro preoccupante che l’emergenza sanitaria può aggravare drammaticamente e che non varia da provincia a provincia. Soltanto nell’Imperiese il numero dei nuovi nati da gennaio 2020 si ferma a 509. Il 10% in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e ben la metà rispetto a dieci anni fa.
«C’è stato un calo progressivo delle nascite – ha detto a Mattino24 Riccardo Borea, direttore del dipartimento Materno Infantile dell’Asl 1 –. In provincia di Imperia nel 2010 nascevano circa 1500 neonati all’anno, le stime del 2020 prevedono una nascita di circa 1000 bambini, quindi 500 neonati in meno. Lo scorso anno, invece, i nuovi nati sono stati 1150». E se tra gennaio-febbraio 2020 c’è stato un incremento fortissimo di nascite rispetto allo stesso periodo del 2019, a partire da marzo la curva ha ripreso a scendere con una perdita che attualmente si assesta al 10%. Secondo il primario, «L’emergenza sanitaria ha creato ancora più incertezze nel futuro delle giovani coppie che hanno ritardato ulteriormente la gravidanza fra i programmi di famiglia. L’impatto della pandemia sul settore economico ha peggiorato la situazione: le famiglie hanno bisogno di più certezze e speriamo che con l’arrivo del nuovo bonus bebè lo scenario cambi».
Il governo Conte Bis ha prorogato all’interno della Legge di Bilancio 2020 il bonus bebè estendendolo a tutte le famiglie con un nuovo nato a prescindere dall’Isee: una sorta di assegno universale di natalità da 80 a 160 euro a seconda del reddito. Il nuovo ddl ha inoltre confermato i bonus mamma domani, che offre un premio alla nascita di 800 euro, e quello asilo nido che può arrivare fino a 3 mila e garantisce la scuola per l’infanzia gratuita a chi non può permettersela. L’atteso assegno unico universale per i figli a carico fino a 18 anni, invece, sarà introdotto a partire dal 2021 insieme alla Carta bimbi da 400 euro.
Ma i sussidi basteranno? Per Borea «gli aiuti emessi dallo Stato sono abbastanza ma devono continuare a essere confermati per garantire serenità alle coppie. Parliamo di una situazione che è andata a cristallizzarsi nel tempo e bisogna incentivare i giovani nel loro desiderio di famiglia. Dal nostro punto di vista, speriamo che non si scenda mai sotto i mille parti perché altrimenti, secondo quanto prescrive la legge Balduzzi, il punto nascita dell’Asl 1 potrebbe anche chiudere».
A causa dello scoppio della pandemia, infatti, dal mese di marzo i reparti di Ginecologia Ostetricia e Pediatria dell’ospedale di Sanremo sono stati chiusi e accorpati a quello di Imperia. Banco di prova in previsione del nuovo ospedale unico a Taggia, «la riorganizzazione dei reparti ha permesso di garantire la massima sicurezza e di rispondere ai nuovi protocolli sanitari richiesti in maniera efficiente. Imperia ha sale parto moderne e adeguate che possono sostenere un bacino di 1000-1100 parti l’anno. Questo ci ha permessodi concentrare l’equipe, la cui efficienza garantisce la sopravvivenza della struttura. Come professionista confido e spero molto nell’ospedale nuovo che accentrerebbe le assistenze migliorandole. Pensiamo solo alla futura mamma di Ventimiglia che per i controlli e per partorire deve percorrere più di 40 chilometri in auto per raggiungere Imperia».
E se l’arrivo del nosocomio unico è previsto almeno fra 8 anni, intanto sono stati avviati lavori di ristrutturazione e ammodernamento presso il reparto Materno Infantile di Sanremo che concentreranno ancora per 18 mesi tutto l’operato a Imperia. Ospedale che, per altro, ha ben retto l’incremento di attività durante il picco dell’emergenza sanitaria. «Fortunatamente non abbiamo registrato casi gravi di mamme o neonati positivi al covid-19 – ha sottolineato il direttore del reparto Materno Infantile dell’Asl 1 –. Abbiamo avuto solo una mamma affetta da coronavirus, con un quadro clinico buono, e due bambini positivi: uno di 50 giorni e uno di 2 mesi. Per questi ultimi l’infezione è stata contratta in famiglia dove è stata segnalata la presenza di almeno un caso di covid-19. Per fortuna anche le loro condizioni erano buone».
Dall’inizio dell’emergenza sanitaria l’Asl 1 ha sottoposto più di 150 neonati e bambini al tampone e, a eccezione dei due casi citati dal pediatra, tutti sono risultati negativi. Negativo anche il bambino venuto alla luce dalla mamma invece contagiata. Come ha aggiunto Borea, «la trasmissione materno-fetale dell’infezione non è documentata. I casi recenti di neonati positivi riportati dalla cronaca internazionale, circa una ventina, sono stati diagnosticati a 36 ore dalla nascita. Non è noto dunque se la trasmissione è avvenuta per via trasplacentare o dopo il parto da parte della madre. Ciò che conta, però, è che questi bambini stanno tutti bene».