Sanremo, un’antica canaletta fognaria ferma i lavori di piazza Borea. Donzella: «Auspichiamo rapido riscontro dalla soprintendenza»
L’archeologo Costa che sta seguendo i lavori spiega: «Questa fognatura potrà essere demolita solo a seguito di esplicita autorizzazione»
Sanremo. E’ una canaletta fognaria risalente a 200 anni fa l’ultimo reperto archeologico emerso dagli scavi di via Mameli, dove si sta portando avanti il restyling di piazza Borea e, poco distante, dell’ultimo tratto della “vasca”.
Un intoppo che ha determinato una nuova sospensione dei lavori, con l’intervento divenuto costante della soprintendenza ai beni culturali che sta seguendo l’evolversi della situazione. Situazione già piuttosto tesa, viste le proteste dei commercianti della zona che avevano chiesto al Comune di interrompere il cantiere, smontandolo temporaneamente, per dare loro modo di sfruttare i dehors nel pieno della stagione estiva.
Ora le tempistiche tornano ad animare la discussione, con l’assessore ai Lavori Pubblici Massimo Donzella che specifica: «I nostri uffici hanno già provveduto a scrivere alla soprintendenza chiedendo l’autorizzazione a proseguire i lavori. Auspichiamo una risposta a stretto giro, si spera positiva. Con il direttore dei lavori e l’impresa appaltatrice avremo a breve un nuovo confronto per rianalizzare il cronoprogramma dell’opera, in maniera tale da pianificare una prosecuzione compatibile sia con le esigenze dei commercianti che con quelle del Comune».
Quella dei ritrovamenti storici nel cantiere di piazza Borea è una questione nota all’origine del progetto e che puntualmente si ripresenta. I primi reperti venuti alla luce furono i resti dell perimetro dell’antico teatro Principe Amedeo. Una visione d’insieme relativa all’ultimo reperto la descrive l’archeologo Stefano Costa: «Avviati nel 2019, i lavori sono stati autorizzati dalla soprintendenza sia per l’interesse monumentale della piazza e delle vie, sia per il potenziale archeologico di quest’area. Per questo motivo, il cantiere procede con la costante assistenza di un archeologo professionista che opera sotto la direzione della soprintendenza stessa.
Come è ben noto a tutti gli operatori presenti sul cantiere, la soprintendenza con il proprio personale segue quotidianamente l’avanzamento dei lavori e dei ritrovamenti (grandi e piccoli): in particolare la canaletta fognaria è emersa mercoledì 27 durante la rimozione dello strato di terreno sotto la pavimentazione stradale. L’assistenza archeologica è una prassi diffusa e ben nota a tutti i professionisti dell’edilizia e dei lavori pubblici: nel caso di ritrovamenti di potenziale interesse archeologico, le opere di scavo passano sotto la direzione della soprintendenza che dà le indicazioni utili a documentare strutture e altri elementi prima di valutare se e come autorizzare una demolizione. Questa operazione di messa in luce, iniziata il giorno 27 stesso, è proseguita nei giorni successivi con i tempi debiti di un cantiere complesso e venerdì 29, vista l’urgenza manifestata dai commercianti della strada, la direzione lavori ha deciso di proseguire i lavori anche sabato 30, sempre con l’assistenza dell’archeologo. Nelle giornate di lunedì 1 giugno e mercoledì 3 giugno è stato eseguito il rilievo fotografico con il posizionamento della struttura.
La canaletta fognaria in mattoni è stata costruita poco più di 200 anni fa. Possiamo dirlo con ragionevole certezza sulla base di un sondaggio stratigrafico, effettuato nella giornata di sabato 30: per costruire la fognatura si scavò in un terreno contenente frammenti di maiolica ligure settecentesca, una ceramica ben conosciuta. Sanremo ha il privilegio di essere uno dei luoghi più avanzati nell’archeologia urbana post-medievale: solo un anno fa sono state inaugurate al museo civico di Palazzo Nota due nuove sale, una dedicata agli edifici demoliti nel 1754 per la costruzione del forte di Santa Tecla, una alle distruzioni del terremoto del 1887. Una fognatura di fine ‘700 non solo può essere di interesse archeologico ma è anzi un elemento importante per comprendere l’evoluzione della città e la progressiva estensione delle strutture igieniche. È bene quindi ricordare che a norma di legge, proprio per le specifiche competenze che ricopre e di cui dispone, spetta alla Soprintendenza e alla Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale stabilire la sussistenza dell’interesse culturale di un bene». Stefano Costa funzionario archeologo, conclude: «Questa fognatura potrà pertanto eventualmente essere demolita solo a seguito di esplicita autorizzazione e non prima di essere esaminata e documentata in dettaglio, come nel corso del 2019 si è proceduto due volte per le strutture del teatro ottocentesco venute alla luce sotto la pavimentazione della vicina piazza Borea d’Olmo».