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Riapertura dei Cup, Linea Condivisa: «Stop per altri 15 giorni ma resta l’incertezza sul dopo»

1 giugno 2020 | 17:28
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Riapertura dei Cup, Linea Condivisa: «Stop per altri 15 giorni ma resta l’incertezza sul dopo»

«Strano: solo stavolta usano la prudenza. In realtà spingono i cittadini ad aprire il portafoglio per usufruire delle prestazioni private»

Genova. «La capacità programmatoria del presidente Toti è più o meno riassumibile così: riapriamo i CUP tra il 15 e il 22 giugno, ma diamoci perlomeno 14 giorni di tempo come precauzione, dopo la ripresa degli spostamenti fra le regioni. In sostanza la logica di Toti è quella del “io speriamo che me la cavo”: su una marea di attività si procede spediti col “liberi tutti”, ma quando si tratta di servizi sanitari essenziali per la popolazione la giunta tergiversa, è presa dai dubbi, sente il bisogno di precauzioni. Come mai? Delle due l’una». Lo dichiara il capogruppo di Linea Condivisa Gianni Pastorino, commentando la decisione della giunta di procedere alla riapertura dei centri di prenotazione, adottando stavolta una logica più dilazionata nel tempo, molto diversa rispetto all’urgenza dimostrata per le attività produttive private.

«Stranamente, nelle parole di Toti solo la sanità pubblica deve essere soggetta a prudenza. E se dovesse esserci una recrudescenza del covid, ha già fatto sapere che i CUP saranno nuovamente chiusi a tempo indeterminato –spiega Pastorino -. Nel frattempo la popolazione può frequentare senza restrizioni una serie di attività commerciali, che evidentemente nella sfera di cristallo della giunta sono esenti dalla diffusione del contagio. Una manovra che strizza l’occhio alle leve economiche, incurante del fatto che la Liguria è tuttora considerata una regione non sicura».

«Chi deve richiedere prestazioni sanitarie, anche di una certa rilevanza, resta nel limbo: attendere ancora 2 settimane e poi chi vivrà vedrà. In questa smania da riapertura, l’ultimo pensiero di Toti è andato alla ripresa dell’offerta sanitaria. Ovviamente solo di quella pubblica, perché i privati hanno potuto, e possono, continuare a lavorare indisturbati erogando prestazioni – sottolinea Pastorino -. Ancora una volta spingono gli utenti a soddisfare le proprie necessità aprendo il portafoglio; ciò nonostante l’impegno di medici, infermieri e tecnici che nel pubblico continuano a fare i salti mortali per andare incontro alle persone».

«In conclusione, un altro maldestro pasticcio sulla nostra salute, che si aggiunge al fallimento della gestione Covid-19. Toti vorrà anche denunciare la Fondazione Gimbe per aver pubblicato dati che, secondo lui, metterebbero in cattiva luce l’operato della giunta; ma quei dati appaiono incontestabili, checché ne dica la giunta –conclude Pastorino -. Il Covid-19 è decisamente presente sul nostro territorio. Nelle ultime settimane si sono registrati livelli di contagio e tassi di mortalità molto superiori alla media nazionale, ponendo la Liguria tra le prime regioni per questo triste primato».