Liguria isolata, il pugno duro di Toti: «Ora basta, vado a Roma»

15 giugno 2020 | 13:04
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Liguria isolata, il pugno duro di Toti: «Ora basta, vado a Roma»

Sul tavolo anche il “tema caldo” delle concessioni alla società Autostrade

Genova. «Liguria isolata? Ora basta! Sto andando a Roma per parlare della nostra regione con il Governo. Per farlo sono dovuto partire da Milano perché non c’erano voli e treni compatibili con gli orari di un lavoratore. Vi sembra normale? A me no!». A dirlo è il governatore ligure Giovanni Toti, in viaggio verso la capitale per far sentire la voce della Liguria ai piani alti del governo centrale.

Treni, voli e autostrade. I collegamenti con il territorio ligure continuano ad essere insufficienti. «Anche oggi un’altra giornata di ordinaria follia sulle autostrade liguri – aggiunge Toti -. Era stato promesso un piano straordinario dopo il crollo del Ponte Morandi, ormai due anni fa. Nulla. Era stato promesso un piano straordinario dopo il crollo del viadotto sulla Savona-Torino. Nulla. Avevamo chiesto di usare i mesi di chiusura del Covid per fare gli interventi urgenti. Noi abbiamo tenuto aperti i cantieri del Ponte e del dissesto idrogeologico, a partire dal Bisagno. Anche in questo caso sulle autostrade poco o nulla».

«Ora – continua il presidente – il Ministero delle Infrastrutture ha imposto un piano che prevede, teoricamente, tutti i lavori contemporaneamente, nei mesi estivi. Senza nessuna priorità. Senza nessuna attenzione per la mobilità dei liguri. Senza nessun riguardo per una stagione turistica già alle corde. Come se un medico, per non assumersi responsabilità, prescrivesse a un malato, tutte insieme, le pasticche che non ha preso in vent’anni. Secondo voi guarirebbe o morirebbe intossicato?».

Tra le richieste del governatore al Ministero delle Infrastrutture, ci sarà quella, annuncia Toti, di rivedere «il piano dei lavori in modo da garantire sicurezza e possibilità di spostarsi in regione, di assumersi la responsabilità di dare una gerarchia agli interventi e di far partire subito le opere che attendiamo da anni, come la Gronda (che qualcuno ancora oggi ha il coraggio di definire inutile)».

Sul tavolo anche il “tema caldo” delle concessioni alla società Autostrade. «Chiediamo di decidere sulle concessioni, cosa che aspettiamo ormai da due anni, in modo da poter programmare investimenti indispensabili per il nostro territorio, vedi il tunnel della Val Fontanabuona». E ancora: «Chiederemo un piano straordinario di Anas per eliminare tutti i sensi unici dalle principali statali, se serve, autorizzandoli ad intervenire anche su fronti di frana sui terreni privati con una nostra ordinanza di Protezione Civile. Abbiamo bisogno di risposte certe, rapidissime e serie, altrimenti siamo pronti a chiedere i danni che i cittadini della regione stanno subendo. E lo faremo in ogni sede. Poi, se a Roma nessuno vuole assumersi responsabilità, siamo pronti a gestire in proprio le concessioni delle nostre autostrade, così come i nostri porti. Noi siamo capaci e pronti a decidere, come dimostra il Modello Genova. Se altri non hanno capacità e coraggio lascino fare a noi».